Propaganda della Lega: l'hashtag #ForzaLombardia per occultare i disastri di Fontana
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Propaganda della Lega: l'hashtag #ForzaLombardia per occultare i disastri di Fontana

La Lega vede le critiche alla gestione dell'emergenza in Lombardia come un attacco politico e fa di tutto per impedire che la verità venga a galla

Attilio Fontana
Attilio Fontana
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16 Aprile 2020 - 15.23


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È guerra a colpi di hashtag e al centro della contesa c’è la Lombardia devastata dal Coronavirus. Negli scorsi giorni, era salito in classifica un hashtag, #CommissariateLaLombardia, che preme affinché Attilio Fontana venga sostituito da un commissario tecnico per la gestione dell’emergenza. Centro della contesa sembra ancora la lenta risposta che si è avuta nel chiudere e isolare i pronto soccorso degli ospedali, nonché anche una iniziale ritrosia di molte aziende al blocco totale. 
A rincarare la dose ci ha pensato Roberto Saviano: in un articolo comparso su Le Monde (e attaccato da Salvini che accusa Saviano di dare la colpa a lui su giornali stranieri: nel pezzo non si parla di Salvini e comunque il leader della Lega sembra aver dimenticato che ha fatto la stessa cosa con El Pais appena qualche settimana fa), il giornalista scrive: “Nelle valli bergamasche falcidiate dal virus (alcuni già adesso parlano di un’intera generazione cancellata) esiste una miriade (migliaia) di piccole aziende, spesso con meno di dieci dipendenti, che però rappresentano un’eccellenza tale da fare di quei distretti industriali una vera locomotiva, non solo per la Regione Lombardia. A un certo punto, però, mentre i media parlavano delle scelte drammatiche che erano rimesse ai medici delle terapie intensive, tra chi intubare e chi lasciar morire, altre scelte venivano fatte e il tema del contendere è stato: chiudere le produzioni, con il rischio di un collasso economico, o mantenere aperto tutto il possibile, sacrificando vite umane? Va da sé che non c’è stato un dibattito pubblico sulla questione, e ci mancherebbe”. 
Continua Saviano: “Oggi sappiamo che, nel frattempo, per non confinare in casa operai che erano utili alla catena di montaggio e che, soprattutto nel caso di piccole imprese, dovevano e devono decidere tra la vita e il lavoro, si è favorita una massiccia diffusione del contagio, che al di là della parzialità dei dati, restituisce una mortalità, in termini assoluti, spaventosa”. 
“Il tasso di letalità del virus in Lombardia è frutto soprattutto delle scelte fallimentari compiute da una classe dirigente mediocre, che andrebbe esautorata immediatamente se non ci fosse un’emergenza drammatica in corso” si legge ancora. E nel pezzo si fa riferimento anche agli ormai noti casi di Alzano e Nembro, in cui si è disposta la zona rossa con colpevole ritardo, e anche della strage silenziosa di anziani nelle Rsa, per la quale è partita un’inchiesta. 
Sono tutte accuse assolutamente legittime: ma è naturale che la Lombardia, che Saviano giustamente descrive come “territorio di Silvio Berlusconi e la Regione che era feudo di Roberto Formigoni” sia vista quindi come quartier generale della Lega (Matteo Salvini, d’altronde, è di Milano) che ha intenzione di difenderla a spada tratta. E dai server leghisti, presi forse alla sprovvista dall’hashtag nemico, è partita la risposta, un semplice #ForzaLombardia. Lo rilanciano tutti: Salvini, Borghi, vari leghisti della prima e della seconda ora. Uniti tutti quanti dallo stesso principio: la Lombardia non si tocca, anche a costo di bloccare le indagini che dovranno partire, perché più forte di qualsiasi hashtag c’è un’ecatombe per le quale si dovrà fare giustizia. 

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