Dopo le discoteche, i campi da sci: le regioni (di destra) non vogliono limitazioni

Il governo sembra deciso a non far partire la stagione sciiscistica ma i governatori non ci stanno e sono pronti a riaprire gli impianti "in massima sicurezza"

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23 Novembre 2020 - 14.04


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Se da una parte l’esecutivo sembra deciso a non far partire la stagione per evitare che i contagi da coronavirus aumentino, dall’altra i governatori sono invece pronti a riavviare gli impianti. “Una stagione senza sci sarebbe un suicidio”, ha detto Luca Zaia, mentre dalla Lombardia si parla di scelta “scriteriata, il governo ci ripensi”.

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“Sarebbe un danno irreversibile all’economia della montagna dei nostri territori”, ha ribadito anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, dopo l’approvazione da parte dei presidenti delle linee guida sullo sci.”La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – ha, infatti, annunciato il governatore della Liguria – ha approvato le linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte di sciatori amatoriali. E` un documento che inviamo al governo come contributo propositivo per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all’economia della montagna dei nostri territori”.

 

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Tra i governatori in prima linea sulla questione c’è Luca Zaia (Veneto), che ha detto: “Una stagione senza sci sarebbe un suicidio, sul piano economico e social. Lo sci si pratica sulla cresta delle montagne ed è per questo che vorremo un coordinamento europeo perché pensare di vedere che da altre parti si scia mentre noi siamo chiusi è difficilmente giustificabile”.

 

Dello stesso avviso Alberto Cirio (Piemonte) che ha aggiunto: “Per lo sci invernale possiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri Paesi. E’ uno sport e lo si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l’attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. E’ una strada che dobbiamo percorrere insieme al governo”. 

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In polemica con il governo anche Davide Caparini e Massimo Sertori, rispettivamente assessore al Bilancio e alla Montagna della Lombardia, che chiedono al premier Conte di rivedere le scelte fatte perché “tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l’economia della montagna. E’ una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un governo disorientato”.

 

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Gli assessori lombardi hanno poi aggiunto che “mentre a Natale si andrà a sciare in Svizzera, in Austria e in Francia secondo il governo da questa parte delle Alpi dovrà essere tutto chiuso”. 

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