L'assessore D'Amato: "Nel Lazio chiusura alle 18 e coprifuoco alle 22 devono durare fino a marzo"
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L'assessore D'Amato: "Nel Lazio chiusura alle 18 e coprifuoco alle 22 devono durare fino a marzo"

Per l'assessore alla Sanità, le misure devono essere mantenute "per abbassare l'indice Rt e perché per la campagna di vaccinazione ci vorrà tempo”

L'Assessore alla Salute del Lazio D'Amato
L'Assessore alla Salute del Lazio D'Amato
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9 Dicembre 2020 - 11.49


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L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato spiega le restrizioni di oggi come lo stop a bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco dalle 22 devono durare fino a primavera. “Naturalmente ci saranno interventi per le attività che rimarranno chiuse, come per le palestre, per il mondo della cultura, per il commercio ambulante dei mercati. Bisognerà correre ancora 3 mesi, almeno. Perché il virus circola, l’Rt non è sotto controllo e per la campagna di vaccinazione ci vorrà tempo”.

L’assessore prosegue: “Una cosa deve essere chiara: le misure adottate sono e saranno sempre proporzionali alla situazione dell’epidemia. Nel Lazio siamo stati prudenti e Roma oggi è tra le capitali europee che, pur con molte difficoltà, hanno sofferto meno, grazie al rigore dei comportamenti e anche alle misure che abbiamo adottato. Ora bisogna proseguire”.

Come sottolinea D’Amato: “È vero che oggi diminuiscono i ricoveri e i posti occupati in terapia intensiva, ma abbiamo ancora 1.500 casi al giorno. Non sono pochi se pensiamo che quando è partita la seconda ondata, intorno a metà settembre, dovevamo confrontarci con qualche centinaio di positivi al massimo”.

In merito alla scuola, “la prima cosa da dire è una: in classe bisogna portare la mascherina sempre, anche al banco, basta demagogie. Lo abbiamo detto all’Ufficio scolastico regionale, che dipende dal Ministero. Poi saranno potenziati i bus, ce ne stiamo occupando con l’Astral, l’agenzia regionale, insieme alla Prefettura. Per i tamponi, a gennaio contiamo di avere 150mila test con prelievo salivare”, spiega l’assessore. Sul vaccino, “contiamo di avere 8 milioni di dosi per il Lazio, per 4 milioni di cittadini, considerando che servirà il richiamo”, dice D’Amato.

“Teniamo d’occhio due date: il 29 dicembre, quando aspettiamo che l’Ema dia l’ok al vaccino Pfizer. Da quel momento in poi possono partire concretamente tutte le iniziative che già stiamo programmando. E il 12 gennaio dovrebbe esserci un passaggio cruciale per il vaccino di Moderna”. “Partiremo con i vaccini al personale sanitario negli hub ospedalieri, poi quando arriveremo in tarda primavera al picco della campagna, ci sarà bisogno di tutte le forze possibili, dai 4mila medici di medicina generale alle 1.500 farmacie”, aggiunge. Quanto all’obbligo vaccinale, “ci atterremo a quello che dirà il governo”

 

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