La Lega continua a picconare il governo: dice no alla chiusura dello sci e invoca risarcimenti

Il senatore della Lega Stefano Corti: "La decisione del ministro Speranza di bloccare la riapertura delle piste da sci a poche ore dal tanto atteso via libera è uno schiaffo ai lavoratori della montagna"

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15 Febbraio 2021 - 16.59


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Primo lunedì di lavoro del Governo Draghi e già si parte in salita: la Lega è infatti in rivolta per la decisione del Ministro della Salute Speranza di tenere chiusi gli impianti da sci. E prosegue quindi nella sua opera di opposizione dall’interno, in un governo Draghi che, se dobbiamo prendere per buone queste prime ore, sarà un tutti contro tutti senza ritegno.
“La decisione del ministro Speranza di bloccare la riapertura delle piste da sci a poche ore dal tanto atteso via libera è uno schiaffo che i lavoratori della montagna, da mesi messi in ginocchio dalle misure anti-Covid, non meritavano. Non basta prevedere indennizzi immediati, ormai serve pagare i danni ai gestori degli impianti sciistici, ai ristoratori e agli albergatori della montagna che nell’arco di poche ore si sono visti cancellare la programmazione di settimane. Occorre in generale un cambio di passo che vada oltre il ‘metodo Conte’, di annuncio la domenica e chiusura il lunedì, e soprattutto serve rispetto per la montagna e per chi lavora. Dobbiamo supportare chi in questi giorni aveva sostenuto investimenti, accettato prenotazioni e preparato tutto per riprendere il lavoro. La salute ovviamente va tutelata e difesa ma con buonsenso e non con prese di posizione controproducenti”. Così il senatore Lega Stefano Corti.

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