L'autocritica di Figliolo: "Su Astrazeneca si poteva comunicare meglio"

Il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus: "A settembre avremo l'80% dei vaccinati"

Il commissario Figliuolo
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27 Giugno 2021 - 17.46


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Una campagna vaccinale che ha subito una grande accelerata dopo il suo ingresso a sostegno del governo Draghi, dopo un primo periodo difficile.

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Le vaccinazioni stanno proseguendo ottimamente, ma adesso occorre convincere i più scettici, che potrebbero mettere in pericolo le persone di buon senso.

Poi, c’è tempo anche per l’autocritica.

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“Sono convinto che a fine settembre avremo l’80% dei vaccinati”.

Sono le parole del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza Coronavirus.

”Il 60% della platea dei vaccinabili ha avuto una dose”, quasi “uno su tre. Ad oggi siamo a 49,5 mln di dosi somministrate” dice, definendo il prossimo ”obiettivo” che “è mantenere il trend di 500mila dosi al giorno. Credo che un po’ ancora la struttura commissariale andrà avanti” aggiunge.

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“Lo stato d’emergenza teoricamente finisce a fine luglio però penso che il governo sia molto cauto. Finché c’è bisogno la struttura c’è e io sono a disposizione dell’Italia”.

AstraZeneca – A proposito di AstraZeneca, aggiunge, ”probabilmente si poteva comunicare meglio”. Adesso, spiega, “continuiamo con le seconde dosi AstraZeneca sopra i 60 anni, sotto i 60 si fa la cosiddetta eterologa”.

”Io devo dire che nonostante tutto i nostri cittadini hanno dimostrato di essere migliori di tutta questa confusione che si è creata. Va detto che ci sono delle giustificazioni anche perché su AstraZeneca ci sono state oltre 10 indicazioni diverse nel tempo, ma questo è figlio di un virus che è mutevole, di un rapporto rischi-benefici che cambia nel tempo e di quello che fa la farmacovigilanza sia nel mondo, si in Europa sia in Italia”.

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Regioni – “Appena mi sono insediato con la mia squadra”, aggiunge Figliuolo, “abbiamo cercato di mettere a punto un piano attuabile e sostenibile ma soprattutto di trovare la collaborazione con i presidenti delle Regioni e delle Province Autonome perché bisognava ridare ai cittadini fiducia nelle istituzioni”.

”Si è trattato di mettere a sistema l’arrivo delle dosi con la capacità di somministrarle pensando ai grandi hub ma anche alle persone che magari sono allettate” conclude.

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