Mimmo Lucano non si arrende e vuole continuare a combattere la sua battaglia con la giustizia. “Non voglio nessun alibi, affronto tutto a testa alta. Rifarei esattamente le stesse cose, ho la coscienza pulita. Ho la dignità e l’orgoglio di aver speso un impegno politico per il rispetto dei dritti umani e delle persone che sono arrivate a Riace, ho dato il mio contributo con grande orgoglio”. Così Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, parla del processo che lo vede imputato per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel piccolo paese della Calabria. Proprio il ‘modello Riace’ sarà al centro dello spettacolo ‘Riace Social Club’ che debutterà in prima nazionale il 7 luglio al Festival delle Colline, nel Pratese.
“Sono stato accusato di aver fatto una carta di identità a un bimbo di quattro mesi – aggiunge Lucano – mi accusano di falso in atto pubblico perche’ il bambino non aveva il permesso di soggiorno e gli serviva perché doveva richiedere la tessera sanitaria per problemi di salute. Penso che garantire il diritto alla salute a bambino sia un diritto umano. Ho imparato che ‘legalità’ è una parola vuota di significato, è un qualcosa legato al momento politico e ho imparato che alcune volte i diritti umani e la legalità vanno in direzione contrapposte”.
Commentando poi della sua candidatura alle prossime elezioni regionali in Calabria con la coalizione civica di Luigi de Magistris, Lucano ha detto che “la politica, come abbiamo dimostrato a Riace, può essere uno strumento decisivo per contribuire a migliorare la società e a migliorare il mondo.
Penso che se perdiamo questa speranza è inevitabile che l’impegno sociale di tutti venga meno. Penso che potrebbe essere un’occasione straordinaria per dare un contributo e migliorare le vite delle persone soprattutto di quelle che non contano niente. Per dare voce a chi non ha voce, alle persone invisibili”.
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