Cacciari:“Ha vinto Draghi. Il Pd ha sfruttato l’assoluta fedeltà al premier”

Il filosofo ed ex sindaco di Venezia: "La gente vuole calma e sicurezza. O non va a votare o, se decide di andarci, certo non vota Salvini"

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7 Ottobre 2021 - 14.11


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di Antonello Sette

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Cacciari, ha vinto le elezioni chi si è riparato sotto l’ombrello dei partiti?

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Sono considerazioni scritte sulla sabbia, spiega il politologo rispondendo a SprayNews. Sono elezioni amministrative, che non hanno nessun significato nazionale. I partiti sono diventati solo un nome, non esistono più. E’ una vecchia terminologia, che appartiene al mondo di ieri.

Ha vinto chi non urla, chi è pacato nel volto e nei toni?

Per forza, era scontato in una situazione del genere. In fondo, ha vinto Mario Draghi. Hanno vinto il moderatismo dominante e il Draghi rassicurante. Non a caso, chi è andato meglio è stato il partito che è più fedele a Draghi e più sdraiato su di lui. E’ tutto logico. La gente vuole calma e sicurezza. O non va a votare o, se decide di andarci, certo non vota Salvini. Anche la Meloni ha potuto ottenere il suo risultato, perché ha tenuto un atteggiamento molto moderato nei confronti del Governo Draghi.

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Sembra che abbiano vinto anche i disertori dei social o, quanto meno, chi non ne fa un uso smodato, come Salvini…

Nelle amministrative l’uso dei social ha un peso molto relativo. Sono candidature locali. Bisognerebbe, peraltro, avere dei dati sui piccoli centri. Sappiamo solo come si è votato nelle grandi città. Penso che nei piccoli comuni la grande maggioranza degli elettori si sia orientata sulle conoscenze personali e sulla presenza sul territorio. Se togliamo le grandi città, dove il centrodestra ha totalmente sballato le candidature, nei piccoli centri abbiamo probabilmente dei risultati diversi, rispetto a Napoli, Roma, Milano e Torino.

Lei sostiene che il vincitore delle elezioni è Draghi. C’è chi celebra, invece, il trionfo di Beppe Sala, vissuto da tanti come un fenomeno nazionale…

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Ma quale un fenomeno nazionale! Una volta i Rutelli, i Veltroni e i Bassolino, facevano i sindaci avendo già alle spalle un ruolo politico nazionale che, facendo i primi cittadini, potevano anche rafforzare. Anche in questo caso, stiamo parlando del tempo di ieri. Allora, seguendo questo ragionamento, il nuovo Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi dovrebbe ancor più diventare un grande leader nazionale. Non c’è più nessun movimento che possa portare una persona a passare dall’affermazione a livello di città a una dimensione nazionale. E’ più facile che possa allargarsi alla dimensione regionale, anche perché la struttura del voto è quasi analoga. Nessuno dei sindaci eletti avrà mai un ruolo politico nazionale. Qualora qualcuno di loro ci provasse, sarebbe massacrato. 

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