Lei è l’erede di una delle peggiori tradizioni della destra e lui figlio di un ebreo deportato ad Auschwitz.
“Arrivati al dunque, Isabella Rauti scappa! A meno di due giorni dal confronto tra candidati al Senato a Sesto San Giovanni, promosso da la Repubblica´, l’esponente di Fratelli d’Italia con un monologo sul quotidiano Libero´ ci fa sapere che non si presenterà».
Lo dichiara Emanuele Fiano, deputato dem e candidato per il Senato nel collegio uninominale di Sesto San Giovanni (Milano).
«Già questo basta per capire quanto a lei, comunque eletta grazie a un pesante paracadute di partito nel proporzionale, nulla importi degli elettori del collegio, soprattutto quelli di Sesto San Giovanni, né tantomeno delle pratiche democratiche del confronto elettorale. Ma sono le motivazioni – prosegue Fiano – a rendere espliciti, diciamo così, i suoi `principi´: essere chiamata a rispondere di sue stesse dichiarazioni, come quelle sulla Stalingrado d’Italia, non è lecito, valgono solo i suoi monologhi. La libera stampa, se è tale, è faziosa per natura perché non la supporta con fede e abnegazione e, quindi, si presume da censurare negandosi. Che dei programmi non si può discutere, tra nove candidati, perché per lei è fastidioso dover parlare delle sue radici politiche (e io capisco bene il perché)».
«Infine, ciliegina sulla torta, perché io la starei insultando ricordandole la sua storia e, soprattutto, contrastando le sue dichiarazioni attuali, come quelle sul diritto di scelta delle donne e sui cartoni animati da censurare. Naturalmente, dimenticandosi volutamente degli insulti e delle minacce che quotidianamente io ricevo anche dai suoi sostenitori, come quella che per inneggiare a lei ha definito me `Nasone non italiano´. È la seconda volta che Isabella Rauti scappa dal confronto pubblico con me e con gli altri candidati, adducendo scuse opposte, non rendendo così onore nemmeno agli elettori del centrodestra che non meritano un atteggiamento di questo tipo. Ma per Isabella Rauti, evidentemente, i pronunciamenti pubblici si fanno senza domande dai balconi, pardon, palchi individuali e non su un palco collettivo. Ce ne faremo una ragione. Con l’occasione – conclude il deputato dem – confermo la mia partecipazione al confronto pubblico con gli altri 7 candidati e candidate».
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