Bonaccini: "Rigeneriamo il Pd, serve una nuova classe dirigente"
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Bonaccini: "Rigeneriamo il Pd, serve una nuova classe dirigente"

Bonaccini: "Credo che il Partito democratico sia un progetto ancora tutto attuale per le ragioni per le quali nacque". Cancellare nome e simbolo? "Dobbiamo parlare di sostanza e contenuti".

Bonaccini: "Rigeneriamo il Pd, serve una nuova classe dirigente"
Stefano Bonaccini
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7 Ottobre 2022 - 15.56


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Dopo la Direzione Nazionale del Pd, Stefano Bonaccini è tornato a parlare della situazione del partito. Il presidente dell’Emilia Romagna ha toccato i temi più caldi del difficile momento dei dem.

“Credo che il Partito democratico sia un progetto ancora tutto attuale per le ragioni per le quali nacque”. Cancellare nome e simbolo? “Dobbiamo parlare di sostanza e contenuti”. Infatti è al congresso annunciato dal segretario Enrico Letta che “ognuno di noi proverà a dare, piccolo o grande che sia, il proprio contributo insieme a una comunità”. In questo momento “dobbiamo rigenerarci e arrivare ad avere un nuovo gruppo dirigente e provare a indicare una nuova strada per il futuro che potrebbe essere anche una traversata nel deserto”. Del resto “stare all’opposizione per un po’ di tempo ci farà bene”.

“Sono soddisfatto del percorso che ha indicato il segretario Enrico Letta, era quello che avevo chiesto pubblicamente di recente – ha aggiunto Bonaccini -. Non basterebbero quindici giorni per fare una riflessione che deve essere severa e seria ma anche che guardi oltre agli errori e alle mancanze di questi anni. Ma provi poi a gettare una prospettiva anche positiva verso il futuro. D’altra parte siamo arrivati a un punto nel quale abbiamo il dovere di immaginare la rigenerazione del Pd”.

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“Ho apprezzato che Letta abbia posto la primavera come tempo limite: se noi, come qualcuno chiede, ci mettessimo sei mesi o più per fare un congresso – ha spiegato Bonaccini – temo che ci vedrebbero come marziani per i tempi di vita materiali delle persone, di chi lavora, di chi fa impresa e di chi studia”. Quello indicato è “il tempo necessario per una bella, profonda e seria riflessione”. Tra l’altro, ha fatto notare il governatore emiliano-romagnolo “dovremmo anche rivendicare l’orgoglio di essere ormai gli unici che fanno congressi ai quali chiunque può partecipare, ma soprattutto ascoltare, valutare e criticare. Serve un congresso partecipato. Ci attendono passaggi molto importanti nei quali l’opposizione dovrà farsi trovare pronta”.

Inoltre, ha proseguito Bonaccini “ho apprezzato che Letta abbia precisato che non dobbiamo partire dalla coda, da quali alleanze faremo; quelle verranno di conseguenza nel momento in cui avremo precisato meglio quella che ci è mancata in questi anni: una precisa identità del Pd. E’ stata esclusa definitivamente l’idea rispettabile ma a mio parere bizzarra e profondamente sbagliata di uno scioglimento del Pd perché vorrebbe dire concedere il più grande regalo a chi ha vinto elezioni, la destra. Questo rimane, con tutti i suoi limiti e i difetti, un partito che raccoglie il 20% dei voti. E quindi la seconda forza politica nel paese anche se la sconfitta è stata netta. Ma è anche il primo partito delle opposizioni”.

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