Cecilia D’Elia, deputata e portavoce della Conferenza delle donne del Pd, non si candiderà alla segreteria. In un’intervista a La Stampa, D’Elia ha puntato il dito contro la politica, non solo quella del suo partito.
«Con il congresso costituente anche il percorso della Conferenza delle donne è in discussione. Questa esperienza ha subito una battuta d’arresto con le elezioni. Il partito non è riuscito a valorizzare le nostre proposte e dare adeguata rappresentanza alle donne, in particolare nel meridione», quindi «siamo tutti e tutte in discussione. Si apre una fase nuova e, se resterà la Conferenza, io non mi ricandiderò a fare la portavoce».
«Diminuire la percentuale di elette è un problema per un partito che ha come obiettivo il cambiamento nel segno della libertà delle donne. È chiaro che da noi ci si aspetta di più» e anche «la mancata elezione della presidente del partito» Cuppi «è una ferita grave. Penso che la politica sia maschilista e il Pd non sta mica su un altro pianeta. Il maschilismo è anche nel Pd, e di questo ne siamo tutte ben consapevoli. È una delle cose che vanno cambiate in una fase costituente in cui dobbiamo ripensare tutto».