Pd di sinistra o il solito partito moderato che non sa né carne e né pesce.
“La questione candidatura la vedremo quando sarà il momento”. Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se si sarebbe candidato alla guida del Pd. «Dobbiamo darci un percorso ordinato, chiaro, che convinca il Paese, senza dare la minima idea di perdere tempo, perché questo è il primo, grande rischio», ha aggiunto, a margine della Festa dell’Ottimismo del Foglio.
Secondo Nardella, infatti, «fare un congresso scisso da quello che sta succedendo nel nostro Paese sembrerebbe come fare il congresso dei marziani, non dei democratici. Mi auguro che ci sia la capacità di tutto il nostro partito di costruire un percorso adeguato dal punto di vista dei tempi, che non perda un giorno che sia uno, che sappia tenere insieme le candidature con le idee che siano nuove, che siano fresche; e che sia non aperto, apertissimo alla società civile, ai tanti sindaci civici».
Questi ultimi, ha aggiunto il sindaco, «dobbiamo considerarli dei nostri compagni di viaggio di serie A, dobbiamo essere capaci di dare il senso di una fase nuova, che parte con tutti coloro che vogliono starci, dove il discrimine non è se hai la tessera o non hai la tessera, ma se hai idee o non hai idee: questo è l’unico vero discrimine». E così possiamo forse appassionare i giovani, il mondo civico, la società civile, per fare un grande percorso che non sia un esercizio autoreferenziale, congressuale per scegliere solo il segretario, perché cambiare l’autista senza cambiare l’equipaggio e la rota credo che non serva a nulla e a nessuno”.