Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, durante un filo diretto con gli ascoltatori di Radio Immagina ha parlato del futuro prossimo dei democratici. In particolare, Cuperlo ha parlato della necessità nel Lazio di costruire un campo largo che possa comprendere tutte le opposizioni alla destra.
«Ho lanciato la proposta agli altri candidati di un impegno finale per una o due manifestazioni che ci volessero tutti insieme a sostenere un traguardo comune. Nel Lazio avremmo dovuto e potuto costruire un campo più largo. Cosa che il nostro candidato ha provato in ogni modo a fare. Ho trovato non convincenti se non pretestuosi gli argomenti utilizzati dal M5s per non stringere questa alleanza. È un’occasione persa da parte del M5s».
“Io in questo partito sono sempre rimasto, anche quando non era semplicissimo per chi esprimeva posizioni di dissenso”. Posizioni che “non erano un modo per sabotare il timoniere, tantomeno quella sciocchezza del fuoco amico. Non ho votato il `Jobs act’ ma non per fare uno sgambetto ma perché ero convinto che con quelle misure avremmo spezzato un rapporto di fiducia con quei mondi”.
Cuperlo sottolinea di avere agito “sempre pensando che l’unità di questa forza fosse una garanzia di solidità della sinistra. Altri compagni e amici hanno fatto scelte diverse, io non le ho condivise. L’errore è stato quello di sovrastimare la stagione renziana. Il rientro di questi compagni e amici secondo me è un fatto positivo. Nella storia d’Italia la sinistra non si è mai mostrata più forte quando si è divisa”.
«In alcune aree del Paese il Pd è da costruire non da ricostruire. L’ultima ragione che mi ha spinto a fare la scelta di candidarmi è che le ultime elezioni le ha vinte la destra. In loro convive un desiderio di vendetta, quando leggo ad esempio che la seconda carica dello stato rivendica il possesso di un busto del duce».
“Fino al 19 febbraio lasciateci difendere questo spazio di libertà, di allargamento e di pluralismo chiedendo alle persone che vanno nei circoli di darci la fiducia. Anche io avrei potuto fare la scelta più comoda, accomodarmi di lato, vedere come va il vento. Dietro a noi non c’è un ex ministro, non ci sono presidenti di regione. Io chiedo il voto per un altro Pd, troppe volte l’annuncio di una rivoluzione incipiente si è risolta con la continuità”.