Mattarella in Polonia: "I crimini di oggi nascono dai nuovi nazionalismi"
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Mattarella in Polonia: "I crimini di oggi nascono dai nuovi nazionalismi"

Sergio Mattarella in Polonia, all'Univesità Jagellonia di Varsavia: «Oggi l'Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali». 

Mattarella in Polonia: "I crimini di oggi nascono dai nuovi nazionalismi"
Sergio Mattarella in visita in Polonia
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19 Aprile 2023 - 11.03


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Sergio Mattarella si trova ancora in Polonia per la sua visita di Stato, questa mattina il presidente della Repubblica era all’Università Jagellonica di Varsavia. «Questa Università, e la città dove essa ha sede, sono un luogo simbolico per la Polonia ma non solo per la Polonia: lo sono per l’intera cultura europea. Un luogo che restituisce l’immagine di un’Europa che, nelle sue esperienze nazionali e istituzionali, ha dato vita a un comune corpus di conoscenza e di valori». 

«Molti nomi illustri hanno varcato le soglie di questo Ateneo – ha ricordato il Capo dello Stato – il più antico della Polonia e fra i più antichi del mondo. Accanto al Presidente Duda, voglio ricordare i nomi di alcune personalità, evocativi dei profondi legami tra i nostri due Paesi, come Niccolò Copernico, Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, che da giovane studiò filosofia proprio in questa Università. Ancora, Wislawa Szymborska, amatissima in Italia, dove quest’anno sono in programma numerose iniziative per celebrare i 100 anni dalla nascita della poetessa vincitrice del Premio Nobel per la letteratura».

«Alle nostre spalle stanno secoli di tragedie in cui i popoli europei si sono contrapposti La vostra terra ne è stata testimone e vittima, nella ricerca dell’indipendenza, nella conquista della libertà. Conserva ed esprime storia. E proprio la lezione della storia – ha proseguito il presidente della Repubblica – ha dato, nel secondo dopoguerra e non senza contrasti, un impulso irresistibile al progetto di integrazione europea, così come lo conosciamo oggi. Sino al suo completamento, dopo la fine dell’URSS, con il ricongiungimento di Europa occidentale ed Europa centro-orientale». 

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«Oggi ricorre l’80° anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia. La Memoria di quelle barbarie rimane indefettibile nelle nostre menti e nei nostri cuori. Sono grato alla Polonia per l’incessante impegno per preservare e diffondere la memoria di quel che avvenne, affinché non possa più ripetersi. Anche l’Italia è votata a questa causa».

«Dobbiamo intensificare la nostra azione, sapendo che in futuro potremo contare sempre meno sulle testimonianze dirette di quanto avvenuto e che dovremo trasmetterle e affidarle alle nuove generazioni.áPronunciare queste parole in una Università, tempio che tramanda, sviluppa e diffonde la conoscenza, implicitamente affida a voi giovani la responsabilità del ricordo», ha aggiunto.

«Nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, un Paese sovrano, libero, indipendente, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia, prendendo di mira senza scrupoli le infrastrutture civili per lasciare la popolazione al gelo e al buio».

«Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura. A questo insensato tentativo di sovvertire le regole dell’ordine internazionale, l’Unione Europea ha saputo reagire con fermezza e – con unità di intenti – continuerà a sostenere l’Ucraina». 

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«Un sostegno – ha proseguito – che si esprime in molti modi e voi e la vostra Università ne siete esempio di grande valore. Dall’inizio del conflitto avete accolto qui più di mille rifugiati, mettendo a loro disposizione non solo spazi, ma il vostro tempo, la vostra conoscenza, offrendo assistenza legale, psicologica, formazione, per garantire quella dignità che altri pretendeva di strappare loro. Uno sforzo e una solidarietà replicate in tutto il territorio polacco, dove ha trovato rifugio più di un milione e mezzo di profughi ucraini, e in molti altri Stati dell’Unione Europea, che hanno così dato prova di capacità d’azione. Oggi dobbiamo lavorare tutti per preservare il valore di questa unità». 

«È un bene primario che va assolutamente salvaguardato. Fronteggiare con successo le gravi conseguenze del perdurare del conflitto, dall’esplosione dei fenomeni migratori alle crescenti diseguaglianze economiche e sociali, alla insicurezza energetica ed alimentare, è la sfida alla quale gli europei sono chiamati» ha concluso il presidente della Repubblica. 

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«Sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili per potersi difendere insieme con determinazione e per garantire e sviluppare il modello democratico e sociale europeo».

«Con lucidità va compreso che proporsi di salvaguardare la pace fra le nazioni, affrontare i rischi globali che interpellano tutto il mondo – missione da cui, colpevolmente, ci allontana, oggi, la furia bellicista russa – significa anzitutto respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea».

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