La reazione di Giorgia Meloni alla ‘protesta’ di Riccardo Magi, segretario di +Europa, sulla liberalizzazione della cannabis è diventata virale. Lui, in un’intervista a La Repubblica, ha spiegato i motivi della battaglia. «A noi antiproibizionisti nessuno mette il bavaglio. Se l’interesse dello Stato è tutelare la salute dei cittadini e combattere efficacemente il traffico illegale, la via non è quella che vuole la destra che fa show e politiche sbagliate. Ho assistito a due ore di messinscena governativa all’insegna d’ipocrisia, fake news e sentimenti mielosi. Davanti a una così grande questione sociale, contano i dati di realtà» spiega.
«Il proibizionismo ha fallito. Ha riempito le carceri di detenuti per violazione della legge sulle droghe (sono il 34%, il doppio della media europea), ma i consumi continuano ad aumentare – aggiunge -. Il mio cartello denunciava questo: se lo Stato insiste sui binari proibizionisti, addirittura volendo inasprire le pene, nei fatti è un alleato delle mafie». La premier ha accusato Magi di intimidirla ma «io sono un non violento» commenta il segretario di +Europa.
«È gravissimo l’uso della sofferenza e delle storie dei ragazzi – sottolinea -. Quando, senza nessuna vergogna, si ripete che la cannabis è il primo passo verso le droghe pesanti, non si guardano neppure i numeri. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis: quante nuove dipendenze da droghe pesanti dovremmo avere?». Nel mondo, «dagli Usa alla Germania comincia una fase di antiproibizionismo – sottolinea – La destra italiana va in direzione opposta. Daremo battaglia con una operazione verità: referendum abrogativi e proposte di legge».
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