Reddito di cittadinanza finito, in 169mila avvisati da un sms: rabbia nelle sedi Inps

I destinatari sono stati raggiunti da un sms che li avvisava della fine del sussidio. Centinaia di persone dopo aver ricevuto l'sms sullo stop all'erogazione del Rdc hanno pritestato e chiamato l'Inps di Napoli.

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Reddito di cittadinanza
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28 Luglio 2023 - 16.52


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Il reddito di cittadinanza è stato sospeso a 169mila le famiglie che risultavano beneficiarie del sussidio ma che non avendo nel proprio nucleo un componente disabile, minore o over 65 da agosto non risultano più avere i criteri stabiliti dal governo Meloni.

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I destinatari sono stati raggiunti da un sms che li avvisava della fine del sussidio. Centinaia di persone dopo aver ricevuto l’sms sullo stop all’erogazione del Rdc hanno pritestato e chiamato l’Inps di Napoli e della provincia – in testa per numero di sussidi – per avere chiarimenti in merito ai nuovi requisiti. 

Alla sede Inps di via De Gasperi, a Napoli, due persone hanno avuto un alterco con i vigilantes all’ingresso. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia. Anche a Calvizzano, un comune dell’area a nord di Napoli, sono state numerose le persone che si sono recate negli uffici per cihiedere ai funzionari cosa fare.

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Molte le richieste di informazioni: la legge prevede infatti che i nuclei al quale verrà sospeso il reddito, dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del Comune. Numerose le persone che si sono recate, a quanto si apprende, anche presso le sedi delle municipalità, a partire da quella di Scampia. 

“La sospensione via sms sta scatenando una guerra sui servizi sociali”. Lo dice il presidente degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi chiedendo di “intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualcuna o qualcun assistente sociale venga aggredito.

L’invio di un sms da parte dell’Inps nel quale si annuncia la sospensione dal 31 luglio del RDC ai cosiddetti occupabili sta scatenando una guerra”. “Riceviamo messaggi preoccupanti dai territori – dice – perché i nostri uffici, in molte aree non rinforzati, nè preparati, si trovano a gestire migliaia di situazioni di persone, tra i 18 e i 59 anni, a noi sconosciute perché, fin qui, prese in carico da Anpal o Centri per l’Impiego”.

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