Tajani: "Sosteniamo la missione di pace di Papa Francesco, ma l'Ucraina non può perdere"

Tajani: "Ho avuto un lungo colloquio con il cardinale Matteo Zuppi in cui gli ho confermato il sostegno totale del Governo italiano. Detto questo, bisogna lavorare a una pace giusta, che non può coincidere con la sconfitta dell’Ucraina". 

Tajani: "Sosteniamo la missione di pace di Papa Francesco, ma l'Ucraina non può perdere"
Antonio Tajani
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

28 Settembre 2023 - 09.43


ATF AMP

L’iniziativa di pace del Vaticano prosegue, i colloqui con le parti in causa del conflitto in Ucraina proseguono a riflettori spenti. Secondo Antonio Tajani – intervistato da Famiglia Cristiana – l’esecutivo sta accompagnando Papa Francesco in questa complicata impresa.

Top Right AMP

«Noi dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina e al tempo stesso sosteniamo tutte le iniziative di pace, in particolare quella del Vaticano. Ho avuto un lungo colloquio con il cardinale Matteo Zuppi in cui gli ho confermato il sostegno totale del Governo italiano. Detto questo, bisogna lavorare a una pace giusta, che non può coincidere con la sconfitta dell’Ucraina». 

Tajani ha poi parlato della questione migranti. «Lampedusa non è un solo un problema italiano e non è nemmeno un problema europeo: è una questione globale perché riguarda milioni di persone». 

Dynamic 1 AMP

«L’Africa subsahariana è già scoppiata, in Sudan la capitale Khartum è ridotta a un cumulo di macerie. Per non parlare della situazione in Siria e in Afghanistan. Per questo miriamo a coinvolgere l’Onu. Intanto a ottobre qui a Roma si svolgerà la conferenza Italia-Africa in cui il Governo lancerà un nuovo programma di investimenti chiamato `Piano Mattei´».

«Se per esempio stipuliamo degli accordi per l’estrazione di materie prime, si possono creare delle società miste in cui si stabilisce che l’attività di trasformazione venga svolta da manodopera locale. Oppure, in cambio del permesso di estrarre, le nostre aziende possono produrre energia elettrica. L’idea di fondo, insomma, è mettere l’Africa nelle condizioni di usare le proprie risorse per crescere. E se l’Africa cresce, anche noi ne avremo grandi vantaggi. È meglio spendere risorse lì in investimenti e in formazione piuttosto che qui in Italia per il mantenimento degli immigrati irregolari».  

FloorAD AMP
Exit mobile version