Fdi sempre più Orban: sull'informazione ipotizza un nuovo Minculpop per 'certificare' le notizie buone
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Fdi sempre più Orban: sull'informazione ipotizza un nuovo Minculpop per 'certificare' le notizie buone

Una riforma dell'editoria che certifichi la veridicità delle notizie. È l'ultima iniziativa di Fratelli d'Italia per provare — d'intesa col governo — a controllare l'informazione"

Fdi sempre più Orban: sull'informazione ipotizza un nuovo Minculpop per 'certificare' le notizie buone
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7 Gennaio 2024 - 11.30


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Una sparata alla Orban, visto che anche se la premier ora opera a palazzo Chigi sempre a Colle Oppio è rimasta e alle metodologie missine e con lei tutto il seguito di ex missini in cerca di chissà quali rivincite.

“Una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie. È l’ultima iniziativa di Fratelli d’Italia per provare — d’intesa col governo — a controllare l’informazione secondo quanto anticipato da La Repubblica.

L’esponente di FdI difende “La classe dirigente che tutti denigrano”, che dice “è quella che ha fondato il partito e in dieci anni l’ha portato, grazie soprattutto a Giorgia Meloni, a essere la prima forza del Paese. Bisogna piantarla con questa mistificazione”. Frutto, secondo il deputato, della “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa”.

L’appartenente al. partito di estrema destra sottolinea che “Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni. Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto — com’è successo al ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica — per menare scandalo”.

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Dice l’esponente del partito ex missino: “È in corso la discussione sul Tusmar per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la grande questione delle piattaforme digitali. Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari”

E annuncia: “bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori”. Come? “Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando”, insiste, “per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”.

Curioso che per contestare le ‘false informazioni’ questo signore abbia citato la vicenda Lollobrigida sulla sostituzione etnica, frase complottista non estrapolata, ma all’interno di un ragionamento (ragionamento si fa per dire) integralmente registrato e trasmesso e che, tra l’altro, rientra nell’alveo di denunce di sostituzioni etniche in corso fatte da Salvini e Giorgia Meloni. Per non parlare delle allegre bugie dette dagli esponenti della destra e altrettanto allegramente riportate da testate compiacenti.

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