Liguria, Orlando (Pd): "Quadro disgustoso, ora dobbiamo ripristinare la democrazia espropriata"
Top

Liguria, Orlando (Pd): "Quadro disgustoso, ora dobbiamo ripristinare la democrazia espropriata"

Arresto di Giovanni Toti, Orlando (Pd): "Il quadro è desolante, persino disgustoso, ma non sorprendente. A prescindere dagli aspetti penali, da tempo denuncio l'involuzione della situazione politica ligure".

Liguria, Orlando (Pd): "Quadro disgustoso, ora dobbiamo ripristinare la democrazia espropriata"
Andrea Orlando
Preroll

globalist Modifica articolo

9 Maggio 2024 - 11.11


ATF

I deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista al quotidiano Il Secolo XIX ha parlato del caso corruzione nella regione Liguria, che ha portato all’arresto di Giovanni Toti e di altre 9 persone.

«Il quadro è desolante, persino disgustoso, ma non sorprendente. A prescindere dagli aspetti penali, da tempo denuncio l’involuzione della situazione politica ligure. Prima ancora che una questione criminale c’è una questione democratica. In Liguria abbiamo assistito a un’involuzione oligarchica e predatoria, con la decisione di porsi fuori dal contesto democratico di chi ha fatto in modo che alcuni soggetti economici si sostituissero alla politica. La subalternità è allarmante. Qui non si tratta tanto di capire chi va in galera ma come si ripristina un quadro dopo l’esproprio della democrazia che c’è stato».

«Da subito il Pd deve chiamare a raccolta tutte le forze, politiche e sociali, interessate a un impegno comune – sollecita l’ex ministro dem – per avviare una rigenerazione politica e una riscossa civica. La degenerazione a cui abbiamo assistito ha portato a sdoganare in Liguria prassi mai considerate, legate persino alla mafia. L’antidoto principale a tutto questo è la partecipazione. Il fronte alternativo da costruire dovrà essere più largo, inclusivo e responsabile possibile. Tutti quelli che vogliono chiudere davvero questa fase. Le forze politiche ora devono battere un colpo, evitando forme di competizione interne al centrosinistra che rischiano di far passare in secondo piano la gravità del cratere che si è aperto nel centrodestra. Sul mio destino mi sono già espresso a gennaio, e due settimane fa ho precisato di nuovo qual è la mia posizione. Voglio stare in Liguria, dare una mano e, a maggior ragione dopo quanto avvenuto, lo considero un obbligo morale. In quale forma lo decideremo insieme – conclude Orlando – anche in questo caso in modo largo e partecipato. Aprire adesso una discussione sulle candidature rischia di far partire il ragionamento dalla fine. Certo, dobbiamo fare presto. Ma il quadro è nuovo, i connotati della coalizione adesso hanno anche un carattere civico e non possiamo fare i nomi prima di capire chi ci sta, condividendo davvero l’esigenza di una rottura. Prima individuiamo il perimetro di questa riscossa civica, poi parleremo dei nomi. Non dobbiamo consumare vendette ma pensare ad aprire una stagione nuova sia nel metodo che nel merito, facendoci carico delle sfide economiche e sociali che la Liguria ha dinanzi. Dobbiamo evitare che i lavoratori, le imprese e i cittadini paghino il conto di questa terribile vicenda», aggiunge.

Leggi anche:  Inchiesta Liguria, Fratoianni: "Le imprese della pubblica amministrazione non devono finanziare i partiti"

«A mio avviso tutto il centrodestra dovrebbe riflettere su un altro aspetto: con una Liguria che ha la sanità al collasso e tanti investimenti in ballo – osserva Orlando – possiamo permetterci un’amministrazione regionale incapace e impossibilitata a svolgere pienamente le sue funzioni? Toti vuole comprensibilmente dimostrare la sua innocenza ma dovrebbe chiedersi se questa situazione è compatibile con le sfide che la Liguria ha di fronte. Questa riflessione dovrebbero farla tutti. Il totismo, inteso come sistema di potere, è stato colpito a morte».

«Ma la complicità della destra, le responsabilità politiche di un’intera coalizione, è il vero tema da affrontare: il totismo non nasce all’improvviso come un fungo, ma è il frutto di un processo maturato all’interno del centrodestra. Toti ha fatto il passo più lungo della gamba, e il fallimento del tentativo di nazionalizzare il suo movimento ha provocato uno scontro interno al centrodestra. Non a caso le caratteristiche più patologiche di questo sistema di potere sclerotizzato – aggiunge l’esponente dem – si sono manifestate quando si è consumato il fallimento del disegno politico nazionale di Toti: quando ha visto che gli stava franando il terreno sotto i piedi, ha provato a supplire con un’avidità e una pervasività crescenti, a cui si è aggiunto un maggiore controllo della cosa pubblica».

Leggi anche:  Il Pd chiede le dimissioni di Toti: "Non si può fermare una regione e l'interno Nord Ovest"

«Noto dalle prime reazioni che non ci sia la voglia, nel centrodestra, di fare un’analisi politica di quanto accaduto. Ma che invece prevalga la linea dell’arrocco. Il totismo è l’epicentro ma quanto accaduto riguarda tutto il centrodestra – spiega Orlando – d’altronde è Bucci a fare l’incredibile nomina di Signorini all’Iren, Rixi a presiedere quanto avviene nel porto, Meloni a benedire questa dinamica ogni volta che viene in Liguria», conclude.

Native

Articoli correlati