Parole durissime: “Alla fine dunque lo abbiamo saputo: non avremo una web tax, peccato per chi ci aveva sperato. Donald Trump e Giorgia Meloni lo hanno scritto nero su bianco nel comunicato congiunto che ha seguito il loro recente incontro a Washington, infatti Meloni si impegna non discriminare fiscalmente le grandi multinazionali del web. Eppure a guardare bene queste grandi multinazionali non sono mai state discriminate, tutt’altro. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
Secondo un rapporto negli ultimi 10 anni – prosegue il leader di SI – le sei principali multinazionali del settore hanno eluso le tasse per quasi 280 miliardi miliardi di dollari.
Si tratta di Google, Amazon, Apple, Meta, Microsoft e Netflix e lo hanno fatto perché hanno pagato una aliquota sostanziale di poco superiore al 18%. Mentre negli Stati Uniti quella nominale che pagano tutte le altre imprese è intorno al 29% e a livello globale si attesta intorno al 27%.
Questo dimostra una cosa semplice: ad essere discriminati non sono affatto queste grandi multinazionali, ma lo sono i piccoli commercianti, i negozi di strada, sono i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati. Quelli insomma che le tasse le pagano tutte fino all’ultimo centesimo e soprattutto quelli che non fanno profitti enormi e clamorosi. Come appunto queste grandi multinazionali che sono favorite non discriminate: perché hanno molto potere, perché finanziano le campagne elettorali delle destre in tutto il mondo da Trump all’Europa. Ecco allora bisogna cambiare strada altro che concessioni una dietro l’altra ai grandi padroni del mondo. Serve giustizia fiscale, perché questa – conclude Fratoianni – fa bene anche alla democrazia.
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