Il Partito Democratico e altre forze di centrosinistra si sono schierati con decisione contro il “Remmigration Summit”, il raduno dell’ultradestra europea previsto per domani, 17 maggio 2025, a Gallarate, in provincia di Varese. Il senatore del PDdAlessandro Alfieri e il consigliere regionale Samuele Astuti hanno bollato l’evento come “un raduno razzista che promuove odio e intolleranza”, denunciando il rischio di “ideologie xenofobe di stampo nazista, incompatibili con i valori della Costituzione”. Il
PD ha criticato aspramente il sostegno della Lega all’iniziativa, definito “vergognoso e pericoloso”. Anche il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni ha chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di bloccare il summit, mentre a Milano e Gallarate sono state organizzate manifestazioni antifasciste, tra cui due cortei e un flash mob, per contrastare i messaggi discriminatori del raduno.
Sul fronte opposto, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, intervenuto a margine di un evento della Lega a Rozzano, nel Milanese, ha difeso il diritto degli organizzatori del summit di esprimere le loro idee, suscitando nuove critiche. “Non capisco perché si dovrebbe vietare a priori il libero pensiero di qualcuno, non siamo mica in Unione Sovietica”, ha dichiarato. Salvini ha poi ribadito la sua posizione: “Se qualcuno teme che l’immigrazione di massa sia un problema enorme e devastante, e io sono fra questi, deve poterlo esprimere”. Paragonando il summit a idee di estrema sinistra, ha aggiunto: “Ci sono pensieri di estrema sinistra che vogliono rifondare il comunismo, e io li trovo surreali nel 2025. Ma è giusto che chiunque possa dirlo senza che gli rompano le scatole. Non capisco perché si dovrebbero vietare dei pensieri”. Le sue parole, percepite come un’aperta difesa di posizioni divisive, hanno riacceso il dibattito sulla necessità di contrastare con fermezza ogni forma di propaganda estremista.