Una protesta che unisce l’interno e l’esterno di Montecitorio.
Nel giorno in cui la maggioranza parlamentare boccia la mozione unitaria di PD, M5S e AVS e all’indomani della decisione dell’Italia di opporsi, in sede di Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri, alla revisione dell’Accordo di Associazione UE-Israele, centinaia di persone convocate in poche ore da AOI, di cui Oxfam è membro, ARCI e Assopace Palestina si sono riunite a piazza Montecitorio per protestare al grido “Basta complicità”.
Non è più il tempo dell’ambiguità: chi non agisce è complice. Chi protegge Israele anche davanti all’evidenza dei crimini commessi, si assume la responsabilità morale e politica della catastrofe in corso. Questo non è solo vergognoso: è un attacco ai principi fondativi del diritto internazionale e ai valori stessi su cui l’Europa dice di fondarsi.
“Ma c’è un’Italia che non si arrende. Un’Italia che sceglie di stare dalla parte giusta della storia. Che continuerà a mobilitarsi per chiedere la fine dell’occupazione illegale, un cessate il fuoco immediato e permanente, lo sblocco degli aiuti umanitari, sanzioni per Israele e giustizia per il popolo palestinese”, le parole delle organizzazioni.
“Le ultime dichiarazioni di Tajani facevano sperare in un progressivo cambio di linea politica del Governo, ma era solo un’illusione. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Basti pensare alla decisione italiana contraria ad una revisione dell’Accordo di Associazione Ue-Israele per la violazione dell’Art.2 in occasione del Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri, al voto sul programma militare con Israele in Commissione Difesa ieri e all’approvazione della mozione di maggioranza stamani su Gaza. Il Governo ha ceduto così per l’ennesima volta a logiche politiche di alleanze internazionale, piuttosto che far fronte ai propri obblighi legali nel far rispettare il diritto umanitario. Si rimane sbigottiti di fronte all’incapacità di comprendere che proprio tale approccio – che di fatto consente l’impunità di Israele – è alla base della profonda crisi che si sta vivendo in Medio Oriente”.
Opposizioni unite
“A Gaza c’è l’inferno in terra”, ha esordito Elly Schlein: “Chiediamo di nuovo al governo di uscire da un silenzio complice e di adoperarsi per un incondizionato cessate il fuoco. Non si può restare inermi di fronte a questo genocidio. Questo immobilismo ci rende complici e ci disonora sul piano internazionale”. “La politica estera di un Paese come il nostro non si può piegare alle simpatie o antipatie, e lei sta tacendo. L’Italia non si gira dall’altra parte, l’Italia ripudia la guerra”, conclude la segretaria del Pd tra gli applausi dei dem.
Nicola Fratoianni, leader di AVS, rivolgendosi ai banchi del governo dice che “quello di Netanyahu è un governo di assassini”, a “Gaza è un’ecatombe. Da voi c’è stata una scelta complice siete complici di quello che sta avvenendo ed è una responsabilità politica. Avete ricostruito l’asse Roma Berlino, oggi come allora ci avete ricoperto di vergogna e infamia”. Di nuovo vengono esposte bandiere dalla Palestina che gli assistenti parlamentari provvedono a rimuovere.
Di pulizia etnica e di genocidio parla Giuseppe Conte: “Voi proteggete un governo criminale”, dice il presidente M5S rivolgendosi anche lui al governo. “Ci batteremo – aggiunge l’ex premier – perché questo sfregio contro l’umanità sia punito, perché questi crimini commessi da Netanyahu siano perseguiti. Questo governo Meloni non ci rappresenta, ci sentiamo italiani ma non ci rappresentano i ministri volati a Tel Aviv per stringere le mani sporche di sangue di Netanyahu e chi non mostra di fronte a questo genocidio la schiena dritta per alzarsi in questa Aula e condannare Isaraele”. Poi l’ex premier lascia l’Aula per partecipare al flash mob davanti Montecitorio.
La mozione unitaria di Pd, M5S e Avs
La mozione unitaria di Pd, M5s e Avs, respinta, impegna, tra le altre cose, l’esecutivo a “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”, a “sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario” e a “dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale”. Lo stesso documento chiede anche di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele” e di “intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano ‘Carri di Gedeone’, atto finale mirato a concludere un progetto di annientamento sistematico di una popolazione martoriata dal conflitto in atto nella Striscia di Gaza”.
Fuoco sui diplomatici
Un’unità dell’Idf ha sparato colpi di avvertimento in aria durante una visita diplomatica a Jenin, in Cisgiordania, creando panico fra i diplomatici. La delegazione era composta da 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi, giapponesi, indiani e di altre parti del mondo. L’Idf ha dichiarato che l’episodio è in fase di accertamento. Il Ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha postato alcuni video che mostrano decine di persone, tra cui fotografi, nei pressi di un posto di blocco dell’esercito a Jenin. Si vedono i soldati sparare in aria dall’interno del campo profughi di Jenin e il gruppo che scappa verso le proprie auto. Non sono stati segnalati feriti. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, la delegazione comprendeva diplomatici provenienti dall’Unione Europea, dalla Francia, Regno Unito, Canada, Spagna, Russia, Unione Europea, Egitto, Giordania, Marocco, Portogallo, Cina, Austria, Brasile, Bulgaria, Turchia, Lituania, Polonia, Turchia, Giappone, Romania, Messico, Sri Lanka, Canada, India e Cile.
“Ho appena parlato con Alessandro Tutino, viceconsole d’Italia a Gerusalemme, che sta bene e che era tra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo d’Israele di chiarire immediatamente l’accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili” scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. “Ho appena dato disposizione al Segretario generale del Ministero degli Esteri di convocare l’Ambasciatore di Israele a Roma per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin”., aggiunge, sempre su X il titolare della Farnesina. Per Tajani è inaccettabile colpire diplomatici.
E invece, massacrare donne, bambini, civili inermi, questo è “accettabile” Signor Ministro?