Identificativi per gli agenti, tutta Europa li prevede tranne cinque paesi: Piantedosi ribadisce il no dell'Italia
Top

Identificativi per gli agenti, tutta Europa li prevede tranne cinque paesi: Piantedosi ribadisce il no dell'Italia

In quasi tutta Europa gli agenti di polizia sono dotati di codici identificativi visibili durante le manifestazioni pubbliche. Ma in Italia no.

Identificativi per gli agenti, tutta Europa li prevede tranne cinque paesi: Piantedosi ribadisce il no dell'Italia
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Maggio 2025 - 18.39


ATF

In quasi tutta Europa gli agenti di polizia sono dotati di codici identificativi visibili durante le manifestazioni pubbliche. Una misura adottata in modo sistematico o consolidato nella stragrande maggioranza degli Stati membri dell’Unione europea. Ma ci sono cinque Paesi che non hanno mai introdotto leggi né consuetudini in materia: Italia, Austria, Cipro, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Proprio su questo tema, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito il proprio no all’introduzione di “codici identificativi degli agenti”, cioè alla possibilità di “riconoscere e additare” i poliziotti “ma non da parte dell’autorità giudiziaria, bensì da parte di qualcuno altro che può avere anche intenti malevoli”. Lo ha detto nel corso di un convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp, aggiungendo: “Io sono molto convinto che non solo con questo governo e con questo ministro non accadrà, ma credo che non succederà mai”.

“Discussione singolare”

Il ministro ha poi definito “singolare” discutere dell’introduzione di “un marchio identificativo sul casco” per i poliziotti in contesti di piazza dove “ci sono persone che partecipano” indossando capi pensati appositamente per non essere riconosciuti. “La discussione che ne nasce”, ha aggiunto, “è che sono i poliziotti che devono avere il marchio identificativo sul casco. Lo trovo un po’ singolare tenendo presente che non c’è mai stata occasione in cui all’esigenza specifica non siano stati identificati completamente le persone che avevano partecipato alla gestione della manifestazione”.

Leggi anche:  Remigration Summit: Piantedosi legittima una iniziativa che viola apertamente la legge Mancino

L’Europa e i codici identificativi: una raccomandazione, non un obbligo

Va precisato che né l’Unione europea né il Consiglio d’Europa hanno mai imposto obblighi vincolanti in materia di identificazione degli agenti. Tuttavia, in seguito ai gravi abusi commessi dalle forze dell’ordine durante il G8 di Genova del 2001, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha invitato tutti gli Stati membri a introdurre misure che rendano gli agenti riconoscibili e identificabili. Analoga raccomandazione è arrivata dal Parlamento europeo nel 2012. Pur non essendo vincolanti, questi atti hanno spinto la maggior parte dei Paesi a dotarsi di regole in materia.

Cosa succede negli altri Paesi europei

In Croazia, Danimarca, Estonia, Lituania, Norvegia, Romania, Slovacchia e Svezia, gli agenti sono identificabili attraverso un numero di matricola o il proprio nome riportato sul casco e/o sulla divisa.
In Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia l’identificazione è totale e obbligatoria.
In Spagna, gli agenti della Guardia Civil e della Policía Nacional devono esibire il número de placa, ossia il codice personale di identificazione, sulla divisa.
In Francia, tutti gli agenti, sia in uniforme sia in borghese, sono tenuti a esporre un codice numerico identificativo, con eccezioni per le unità antiterrorismo o operative riservate.
In Germania, l’obbligo è previsto in 9 dei 16 Länder, mentre negli altri è facoltativo.
In Belgio, le divise riportano nome, dipartimento e grado, ma presto queste indicazioni saranno sostituite da codici numerici per tutelare l’anonimato.
In Grecia, dal 2010 ogni agente deve indossare un numero di riconoscimento individuale sul retro del casco.
In Ungheria, pur senza obblighi di legge, è consuetudine che nome e grado siano riportati sulla divisa.

Leggi anche:  Perché Piantedosi (dopo Salvini) è il peggior ministro degli Interni degli ultimi decenni

E in Italia?

L’Italia, insieme ad Austria, Cipro, Lussemburgo e Olanda, è tra i pochissimi Stati dell’Unione europea a non aver mai legiferato sull’identificabilità degli agenti, né ad aver adottato pratiche o protocolli in tal senso, neppure informali.

Native

Articoli correlati