Silvia Salis, neosindaca di Genova eletta al primo turno, ha tenuto la sua prima conferenza stampa all’indomani della vittoria, chiarendo subito le sue priorità. Alla domanda su un possibile futuro in politica a livello nazionale, ha risposto: “Futuro a livello nazionale? Per mia deformazione sportiva mi occupo di un obiettivo alla volta. Ora i miei prossimi cinque anni saranno dedicati a servire questa città, un impegno totalizzante: non c’è spazio per altre cose. Quando ricevi il mandato dalla tua città devi dedicarti solo a quello.”
Nel suo intervento, Salis ha voluto sottolineare come il successo della sua coalizione rappresenti anche un modello politico: “Ma l’esempio di Genova – ha spiegato – deve portare ad un’altra riflessione non sulla mia persona ma sul metodo. Quando il campo progressista si unisce, quando porta questa conformazione di coalizione leva alla destra l’unico argomento che ha, proprio la divisione del campo progressista. E quando togli questa cosa alla destra nelle loro campagne rimangono solo gli attacchi personali. Non entrano nel merito delle questioni ma su dove vai in vacanza, come ti vesti, il dossieraggio. Se togli alla destra questa cosa rimane una classe dirigente che spesso non è adeguata alle sfide richieste dall’elettorato a rappresentare la sesta città d’Italia e tutto il paese.”
A suo avviso, la frammentazione tra le forze progressiste ha finora favorito la destra: “Credo sia interessante notare quante città sono a guida progressista in Italia. La destra in questo momento è legittimata nella sua maggioranza dalle divisioni del campo progressista. Qualora il campo progressista trovasse un’intesa e un’unione il tema principale che legittima la destra in questo momento cadrebbe. Nella destra non mancano le divisioni, sono semplicemente più attaccati al potere e alla voglia di governare questo Paese nonostante le divisioni. Il campo progressista – ha proseguito – essendo più valido e qualificato e più ideologico è più aderente ai propri temi e alle proprie linee partitiche e questo crea difficoltà in più quando si deve fare coalizione – ha concluso -. Lo sforzo deve essere allenarsi a capire che l’alternativa è non vincere e non governare quindi bisogna sforzarsi a trovare la mediazione nelle cose che ci uniscono perché l’alternativa è far governare la destra.”
Intervenendo poi alla trasmissione Rai “Un Giorno da Pecora”, Salis ha espresso il suo orientamento sui referendum dell’8 e 9 giugno: “Ai referendum dell’8 e 9 giugno voterò cinque sì”. Ha anche voluto rassicurare sulla tenuta della coalizione: “La coalizione non si dividerà sui referendum. Ci sono sensibilità diverse e andremo a votare ognuno con le proprie idee.” E ha concluso criticando l’atteggiamento di chi invita all’astensione: “Non credo si possa parlare di divisione. Si può invece parlare della destra e delle istituzioni del Paese che invitano a non votare e credo sia un messaggio orribile – ha concluso Salis -. Io andrò a votare e voterò cinque sì.”
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