Macron e il vero uomo secondo Vannacci: muscoli, schiaffi e propaganda
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Macron e il vero uomo secondo Vannacci: muscoli, schiaffi e propaganda

C’è un video in cui Macron viene colpito sul viso da quello che sembra uno schiaffo ben assestato dalla moglie Brigitte. Il commento di Vannacci...

Macron e il vero uomo secondo Vannacci: muscoli, schiaffi e propaganda
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Giovanna Musilli Modifica articolo

2 Giugno 2025 - 12.53


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C’è un impietoso video in cui Emmanuel Macron, poco prima di scendere da un aereo, viene colpito sul viso da quello che sembra uno schiaffo ben assestato dalla moglie Brigitte Trogneux. Donald Trump ha immediatamente consigliato al presidente francese di essere più attento alla propria privacy. In Italia, i commenti più sagaci all’episodio vengono dal partito in cui più che altrove alberga il genuino maschio alfa, muscoloso e virile domatore di donne irrequiete: la lega, ça va sans dire

Tanto il ministro dei trasporti e vicepremier Matteo Salvini, quanto il già senatore leghista e cofondatore del family day Simone Pillon si sono subito prodotti in una riflessione che getta una luce nuova sugli ultimi trent’anni di femminismo e lotte per la parità di genere, chiedendosi quali sarebbero state le reazioni dell’opinione pubblica se fosse stato Macron a colpire Brigitte, e non viceversa.

I due intellettuali nostrani non hanno ancora capito che gli uomini sono tendenzialmente più robusti delle donne, né tantomeno hanno focalizzato l’abnorme questione culturale che riguarda tutto ciò che afferisce alla violenza sulle donne e ai femminicidi, peraltro in continuo aumento negli ultimi anni. 

Ma il commento più illuminante è senz’altro quello partorito dal più testosteronico dei nostri politici: l’europarlamentare e vicesegretario leghista Roberto Vannacci. Il generale più mascolino d’Italia ha preso in giro il presidente francese (che non incontra il suo favore in quanto considerato troppo liberal e di vedute aperte) canzonando la pretesa di Macron di avere la meglio sulla Russia, non essendo in grado di contenere nemmeno l’aggressività della moglie. 

Il paragone, da par suo, è tutto giocato sul paradigma del maschio gagliardo e vigoroso che traduce i rapporti umani – e anche quelli politici – nel linguaggio della forza e della prevaricazione. In breve, un uomo vero non permetterebbe a una donna di schiaffeggiarlo (come non è chiaro, forse picchiandola?) e alla Russia gliela farebbe vedere lui, presumibilmente a suon di bombe. 

Se non parlassimo di politici di primo piano nel panorama politico italico, ci sarebbe da ridere. Purtroppo, invece, le battute involontarie di questi personaggi – spiritosi loro malgrado – hanno un sapore agrodolce, laddove aprono uno squarcio tutt’altro che luminoso sulla temperie culturale dell’Italia meloniana. 

In un paese civile, amenità simili sarebbero derubricate a discussioni da bar di avventori un po’ brilli, mentre nel nostro sono considerate (speriamo, a torto) foriere di like e di voti. D’altra parte, il ministro della giustizia Carlo Nordio, in spregio al senso del ridicolo, ha detto in Parlamento che le donne vittime di stalking e di violenza dovrebbero cercare rifugio nelle chiese e nelle farmacie, piuttosto che aspettare l’intervento – quando va bene tardivo – delle forze dell’ordine. Il cerchio si chiude. 

Insomma, l’insensata battaglia ingaggiata dalla Lega e da Fratelli d’Italia (e dalle destre mondiali) contro la cosiddetta cultura Woke – cioè contro il rispetto dell’altro, la parità di genere, la protezione sociale dei soggetti deboli, e il garbo nel linguaggio – ha come principale risultato lo sdoganamento di posture maschiliste, violente, rozze e volgari. Chi l’avrebbe mai detto, ci sarebbe da aggiungere.

Quanto a Putin, speriamo per noi che non sia un follower del generale Vannacci.

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