Non vorrei rovinare un giorno di festa, ma credo – pur non essendo animato da alcuna voglia di polemica – che in alcuni casi sia un delitto tacere.
La targa inaugurata a Tivoli in memoria di Giacomo Matteotti, definito solamente “politico, socialista, combattente per la libertà, martire per la democrazia”, rappresenta pericoloso passo indietro verso la verità storica e anche verso il dna dell’Italia repubblicana figlia della Costituzione.
Si è scelto di ripetere per due volte ed enfaticamente due definizioni generiche ( “combattente per la libertà, martire per la democrazia”) ma di omettere che Matteotti fu un antifascista assassinato dai fascisti.
Si tratta di un’omissione grave, che cancella la portata reale del suo sacrificio e non insegna nulla alle nuove generazioni.
Matteotti, deputato socialista, fu ucciso in quanto fermo oppositore del regime fascista. Non indicare esplicitamente il fascismo come responsabile della sua morte significa ridurre il suo martirio a una vaga celebrazione senza riconoscere il contesto preciso della sua lotta.
A Riano, dove si trova il monumento nel luogo del ritrovamento del suo corpo, Matteotti è giustamente ricordato come “martire antifascista”. Due parole chiare e semplici che forse nel 2025 per qualcuno sono ancora scomode o fanno paura.
Io non credo sulla ‘verità condivisa’ che è una bella affermazione dietro la quale si nasconde spesso una deteriore volontà di revisionismo.
Credo però nella pacificazione. Ma quest’ultima non può che avere come premessa il rispetto della storia e non il suo l’oscuramento dietro concetti generici e imprecisi.
Giacomo Matteotti, socialista, fu ucciso perché antifascista. E questo dobbiamo dire sempre.
Ps: non ho idea dei costi della targa ma mi piacerebbe poter lanciare una piccola raccolta per sostituire quella attuale con una che abbia le stesse parole di quella di Riano: “Giacomo Matteotti, deputato socialista, martire antifascista”. Sarei il primo sottoscrittore