“Non avrei mai pensato di dover condividere con voi una notizia di questo genere”, ha esordito Occhiuto. “Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia. Mi dicono che si tratta di un’inchiesta più ampia, che coinvolgerebbe diverse persone. Un avviso per corruzione. A me? Che in questi anni ho gestito la Regione con un rigore assoluto, senza aver mai fatto nulla che si avvicinasse anche lontanamente a una simile ipotesi”.
Il presidente, visibilmente scosso, ha continuato: “Solitamente si dice ‘sono sereno, confido nella magistratura’. Ma io non sono sereno, un piffero. Perché essere iscritto nel registro degli indagati – anche a mia tutela, come mi viene detto – per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio. Una cosa inverosimile. Non posso essere accostato in alcun modo alla corruzione”.
Pur dichiarandosi estraneo ai fatti, Occhiuto ha ribadito di avere piena fiducia nella giustizia: “Non faccio come quelli che quando si trovano dall’altra parte cambiano opinione. Ho sempre detto che in una Regione come la Calabria bisogna indagare, indagare, indagare fino in fondo. E lo ripeto: indagate su di me col massimo rigore, controllate tutto, perché io non ho fatto nulla di male. Anzi, ho già chiesto di essere interrogato dai magistrati, anche senza conoscere ancora esattamente quale sia la circostanza che mi viene contestata. Voglio essere sentito al più presto, perché per come mi sono comportato in questi anni, non ho nulla da temere”.
Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, l’indagine riguarda cinque persone in totale. A notificare l’avviso di garanzia al presidente calabrese sono stati, venerdì scorso, gli uomini della Guardia di Finanza. Le indagini – coordinate dalla Procura di Catanzaro – sarebbero scaturite da alcuni articoli pubblicati dal quotidiano Il Domani, a firma di Enrica Riera, nei quali si faceva riferimento a rapporti d’affari tra Occhiuto e un suo collaboratore.
Proprio sulla base di quelle inchieste giornalistiche, la Guardia di Finanza avrebbe condotto una serie di accertamenti che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Occhiuto, di un suo collaboratore e di altre tre persone.
A sostegno del presidente, è intervenuto anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che su X ha scritto: “Conosco Roberto Occhiuto da moltissimi anni. È una persona per bene e onesta. Sono certo della sua innocenza, non ho alcun dubbio sulla sua estraneità ai fatti contestati. Sono convinto che l’esito delle indagini gli renderà giustizia. Forza Roberto!”.
L’inchiesta è ancora in fase preliminare. Ma l’eco dell’avviso di garanzia è destinata a pesare sul quadro politico calabrese e nazionale.