Il governo vuole militarizzare il bilancio: via i controlli, più armi e meno trasparenza sugli appalti pubblici

Il governo Meloni accelera l’acquisto di armi con una norma inserita di nascosto: M5S e AVS denunciano un blitz pericoloso

Il governo vuole militarizzare il bilancio: via i controlli, più armi e meno trasparenza sugli appalti pubblici
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6 Luglio 2025 - 22.50


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Il governo ha presentato un emendamento al decreto infrastrutture—e forse lo farà già lunedì—con cui intende accelerare l’acquisto di armi, munizioni e attrezzature militari. Senza passare per il controllo preventivo della Corte dei Conti, l’intervento pubblico verrà sorvegliato solo da un’apposita commissione interna al ministero della Difesa

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Secondo Cinque Stelle e Avs, si tratta di “un blitz” mirato a nascondere la destinazione dei fondi: Giuseppe Conte attacca il governo, accusandolo di “dirottare risorse pubbliche negli armamenti” e di farlo “lontano da occhi indiscreti, a beneficio dei signori delle armi”.

Nicola Fratoianni ha definito la norma “una gravissima vergogna”, mentre Angelo Bonelli avverte che rischia “di portare l’Italia in stato di guerra”.

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Il governo, però, respinge le critiche: il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che “le spese per la sicurezza servono a tutelare i cittadini”, elencando i compiti delle forze armate — dal soccorso ai terremoti alla gestione di crisi umanitarie — e difendendo l’iniziativa come indispensabile per la sicurezza nazionale .

Il testo prevede due misure centrali: l’eliminazione del controllo preventivo da parte della Corte, compensata solo da una commissione interna formata da un magistrato del Consiglio di Stato, un avvocato dello Stato, esponenti delle forze armate e tecnici degli armamenti; e la classificazione dei contratti come “segreti”, in deroga alle norme sulla trasparenza degli appalti pubblici.

Sotto la scusa della “crisi geopolitica” e in adempimento agli accordi di spesa militare al 5% del PIL presi all’Aja, il governo accelererebbe finora circa il 5% dei contratti totali. Ma è evidente che si sta consumando un’operazione frettolosa e controversa, che modifica le regole in corsa e toglie qualsiasi garanzia di trasparenza e controllo su una materia tanto delicata come la difesa.

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Il governo vuole approvare tutto “il prima possibile”, nonostante all’interno della maggioranza si registrino ancora tensioni, per esempio sul nodo pedaggi, che potrebbero spingere il provvedimento altrove se saltasse l’attuale decreto.

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