Schlein: "La Libia convoca Almasri, l'Italia lo ha lasciato andare. Meloni chiarisca in Parlamento"
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Schlein: "La Libia convoca Almasri, l'Italia lo ha lasciato andare. Meloni chiarisca in Parlamento"

A sottolineare l’iniziativa della magistratura libica è Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico

Schlein: "La Libia convoca Almasri, l'Italia lo ha lasciato andare. Meloni chiarisca in Parlamento"
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9 Luglio 2025 - 22.01


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La Libia ha emesso un ordine formale di comparizione nei confronti di Osama Najim Almasri, ex alto ufficiale del sistema carcerario, accusato di gravi crimini contro l’umanità e già destinatario di un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale.

A sottolineare l’iniziativa della magistratura libica è Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che in una dichiarazione afferma:

“La Libia ha emesso un ordine formale di comparizione nei confronti del criminale Osama Najim Almasri, su cui pende un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale”.

La segretaria dem evidenzia come l’azione della Libia arrivi “proprio nel giorno in cui si scopre che il governo di Giorgia Meloni, che poteva trattenerlo ma invece l’ha liberato e riaccompagnato comodamente a casa con un volo di Stato, avrebbe mentito in Parlamento perché il Governo sarebbe stato informato poco dopo l’arresto e avrebbe anche chiesto cautela e segretezza, diversamente da quanto affermato da Nordio in aula.”

Le parole di Schlein si concentrano sulla gravità istituzionale della vicenda:

“Mentire in Parlamento significa mentire al Paese e mentire al Paese è una pratica che una democrazia non può mettere in atto senza che ci siano delle conseguenze.”

Secondo la segretaria del PD, quanto accaduto rischia di compromettere la reputazione del nostro Paese sul piano internazionale:

“A questo punto ci aspettiamo che Giorgia Meloni torni alle Camere a chiarire una vicenda che sta fortemente danneggiando la credibilità e la dignità dell’Italia.”

Mentre la Libia mostra segnali concreti di collaborazione con la giustizia internazionale, l’Italia viene messa sotto accusa per aver facilitato la liberazione e il rientro di un uomo su cui pende un mandato della CPI, aggravando così l’imbarazzo diplomatico e sollevando interrogativi sul rispetto degli obblighi giuridici internazionali da parte del governo italiano.

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