Su Gaza l'illuminato Paolo Mieli è 'inKatzato': non riusciamo a crederci
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Su Gaza l'illuminato Paolo Mieli è 'inKatzato': non riusciamo a crederci

Che Mieli sia da sempre un illuminato filoisraeliano non è un insulto ma una constatazione di fatto. Che non sia un ultrà di Netanyahu, anche. Ma proprio per questo non credevamo alle nostre orecchie

Su Gaza l'illuminato Paolo Mieli è 'inKatzato': non riusciamo a crederci
Paolo Mieli
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

10 Luglio 2025 - 01.34


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Non è Israel Katz. Non è Itamar Ben-Gvir. E neanche Bezalel Smotrich. Insomma, non è uno dei fanatici bellicisti che governano oggi Israele. È un intellettuale di prestigio, storico affermato, già brillante direttore de Il Corriere della Sera. È Paolo Mieli.

Che sia da sempre un illuminato filoisraeliano non è un insulto ma una constatazione di fatto. Che non sia un ultrà di Netanyahu, anche. Ma proprio per questo non credevamo alle nostre orecchie ascoltandolo a In Onda.

Non riuscivamo a credere che l’illuminato Mieli potesse trovare non solo giustificazione ma addirittura positività nell’ultima disumana trovata partorita da un ministro israeliano. Eppure, è così.

“Questa Gaza è ridotta a un cumulo di rovine; quindi, bisogna trovare un modo perché 2 milioni e 300 mila palestinesi di Gaza convivano con un inizio di ricostruzione. Questa può essere un’idea, altre voi ne avete?”.

Così Mieli commenta il piano del ministro della Difesa israeliano di costruire sulle rovine di Rafah una “città umanitaria” in cui verrebbero reclusi stabilmente con limitazioni permanenti di movimento circa 600 mila palestinesi sfollati da al-Mawasi, previa procedura di screening di sicurezza. 

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Una volta dentro, non potranno più uscire”, ha dichiarato Katz alla stampa, aggiungendo di aver incaricato le forze armate israeliane di definire i dettagli del progetto.

Alla sua interlocutrice, Marianna Aprile, che afferma, con una dose di sensato umanitarismo, “A me inquieta che i palestinesi non potrebbero uscire, mi dà l’idea di uncampo di concentramento “. E non solo a lei.


“Non potrebbero uscire perché tu devi fare un’isola di ricostruzione dove tutto è ordinato – ribatte Mieli – Non si può ripetere il caos nella distribuzione degli aiuti. Forse è un’idea del piffero, ma alternative ne vedo poche. A parte ripetere ciò che si dice da mesi su Gaza, qual è il piano? Io colgo il primo cenno di una Gaza, in cui si fa la pace, si inizia a ricostruire con la popolazione di Gaza che rimane dentro Gaza. Questo è il segnale che io colgo”, insiste Mieli.

Lo coglie solo lui e chi ha partorito questa barbarie. 

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