Dazi di Trump, la Lega non osa criticare il 'padrone' ma cerca disperatamente alibi e attacca la Ue

Di fronte alla decisione di Donald Trump di introdurre dazi fino al 30% sui prodotti in arrivo dall’Unione Europea, Lega e Salvini non trovano di meglio che attaccare Bruxelles e assolvere l’alleato statunitense.

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12 Luglio 2025 - 21.46


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Di fronte alla decisione di Donald Trump di introdurre dazi fino al 30% sui prodotti in arrivo dall’Unione Europea, Lega e Salvini non trovano di meglio che attaccare Bruxelles e assolvere l’alleato statunitense. Mentre le imprese italiane – soprattutto quelle del Nord, da sempre traino dell’export – si preparano a pagare un prezzo salatissimo, il partito guidato da Matteo Salvini evita accuratamente ogni critica a Washington e preferisce scaricare la responsabilità sull’Europa.

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“Trump non ha motivi per prendersela col nostro Paese, ma ancora una volta paghiamo il prezzo di un’Europa a trazione tedesca”, afferma la Lega in una nota.

“Anziché minacciare ritorsioni che Oltreoceano potrebbero solo far sorridere, la tedesca Von der Leyen azzeri l’eccesso di burocrazia Ue che è il vero dazio che pagano le nostre imprese, come dimostrano i danni dell’ideologia green deal. Le follie di Bruxelles hanno danneggiato imprese e famiglie europee ben prima dei possibili dazi di Trump”.

Una posizione che, al di là della retorica, suona come un’autoassoluzione per l’ennesima capitolazione politica. Mentre Trump colpisce duramente settori chiave del Made in Italy, la Lega si comporta da scudiero fedele, incapace di alzare la voce contro chi danneggia direttamente i nostri interessi economici.

Altro che “patrioti”: l’unico patriottismo che la Lega sembra conoscere è quello a stelle e strisce, anche quando a rimetterci sono le nostre imprese. Una sudditanza ideologica mascherata da propaganda anti-europea che, ancora una volta, rivela la fragilità della linea sovranista quando si tratta di scegliere tra la difesa del sistema produttivo nazionale e la fedeltà al proprio leader di riferimento internazionale.

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Il conto, nel frattempo, rischiano di pagarlo gli esportatori italiani, in particolare quelli del Nord Est, mentre Salvini preferisce attaccare Bruxelles e fare da scendiletto a chi quei dazi li ha voluti e annunciati: Donald Trump.

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