La Camera dei Deputati ha bocciato la mozione congiunta presentata da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi-Sinistra per la sospensione del Memorandum d’Intesa sulla cooperazione militare e di difesa tra Italia e Israele, firmato nel 2003. Il testo chiedeva l’avvio immediato delle procedure per la denuncia dell’accordo e il congelamento di tutte le collaborazioni correlate – dalla fornitura di armamenti al trasferimento tecnologico, fino all’addestramento militare – alla luce delle gravi e documentate violazioni del diritto internazionale umanitario attribuite al governo di Benjamin Netanyahu nel conflitto in corso a Gaza.
La maggioranza di centrodestra, compatta nel rifiuto, ha votato contro: 142 voti contrari contro 105 favorevoli. Italia Viva e Azione si sono astenute. La coalizione guidata da Giorgia Meloni non ha presentato alcuna mozione alternativa, scegliendo invece una linea di sostanziale difesa dello status quo.
In Aula, il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago ha motivato il parere contrario del governo, affermando che il memorandum “non comporta obblighi specifici” e sottolineando che, a partire dal 7 ottobre 2023, non sono state autorizzate nuove esportazioni di armi verso Israele. Tuttavia, ha aggiunto, l’accordo è in scadenza nell’aprile 2026, e solo allora si valuterà se procedere a un rinnovo o meno.
Per le opposizioni, la scelta del governo Meloni rappresenta un grave atto politico che mina la credibilità internazionale dell’Italia e la allontana dal fronte dei Paesi che chiedono l’immediata cessazione delle ostilità e il rispetto del diritto internazionale. Già a giugno, le stesse forze parlamentari avevano sollecitato l’esecutivo a interrompere ogni collaborazione militare con Israele, denunciando “il silenzio assordante dell’esecutivo” e l’intenzione, neppure mascherata, di non disturbare l’alleato israeliano, anche a costo di ignorare la catastrofe umanitaria in corso a Gaza.
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