Il Partito democratico ha confermato il proprio appoggio al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nonostante le inchieste giudiziarie sull’urbanistica in cui il primo cittadino risulta indagato. A seguito di un confronto tra il sindaco e la delegazione del partito, il segretario del Pd milanese Alessandro Capelli ha diffuso una nota in cui afferma: “È stato un incontro costruttivo”.
Capelli ha poi aggiunto: “Come delegazione abbiamo ribadito al sindaco l’appoggio e il sostegno del Pd. Abbiamo espresso le nostre priorità, confermando al sindaco la necessità di segnali di cambiamento per rispondere ai nuovi bisogni della città. Può essere un’occasione per ripartire, investendo sul confronto serrato con la città da parte di tutto il centrosinistra, dando priorità alle sfide più pressanti che hanno investito Milano: diritto all’abitare, direzione dello sviluppo urbanistico, accessibilità, equità e città pubblica.”
Lunedì sarà il giorno in cui Sala riferirà in Consiglio comunale la propria posizione. Secondo quanto trapela dal partito, l’incontro con il sindaco ha lasciato spazio all’ottimismo: ci sono buone possibilità che decida di proseguire il suo mandato. Tuttavia, il destino dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, sembra segnato. La sua lettera di dimissioni sarebbe già pronta, dopo che la Procura ha avanzato nei suoi confronti la richiesta di arresti domiciliari. Mercoledì si terrà l’interrogatorio di garanzia, per il quale l’assessore, insieme al suo legale, si sta preparando con l’intenzione di chiarire la propria posizione.
Secondo il Pd, la svolta necessaria per la giunta milanese dovrebbe partire proprio da un passo indietro di Tancredi. L’assessore ha avuto in mano i principali dossier urbanistici della città negli ultimi anni, ma le gravi accuse mosse nei suoi confronti rendono, per i Dem, insostenibile la sua permanenza in giunta. Si valuta ora l’ipotesi di sostituirlo con una figura terza, di garanzia e non politica, che possa traghettare l’amministrazione fino alla fine del mandato. Tra le priorità: l’approvazione di un nuovo Piano di Governo del Territorio (Pgt) e la realizzazione del Piano straordinario per la casa, che prevede la costruzione di 10mila alloggi per la classe media su terreni comunali.
Sul tavolo resta anche il dossier San Siro. Il Comune è vicino alla cessione dello stadio Meazza e delle aree circostanti a Inter e Milan, ma l’intera operazione, già segnata da anni di trattative, potrebbe essere travolta dalle inchieste in corso. Il Pd ha espresso perplessità sui tempi, sottolineando che concludere la vendita entro la fine di luglio non sarebbe opportuno. Sala ha preso tempo e un nuovo confronto è atteso per lunedì. L’orientamento emerso è chiaro: il Pd ha ribadito che luglio non andrebbe bene come tempistica, lasciando intendere che la decisione potrebbe slittare a settembre.
Tuttavia, i tempi restano stretti. Il 10 novembre scatterà il vincolo di tutela legato ai 70 anni del secondo anello dello stadio. Da quel momento, l’abbattimento del Meazza – come previsto dai club nel progetto per un nuovo impianto – non sarà più consentito. E la finestra per chiudere l’operazione rischia di chiudersi definitivamente.