«La situazione a Gaza è drammatica, nessuna azione militare può giustificare gli attacchi ai civili». Con queste parole la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del vertice intergovernativo Italia-Algeria, ha finalmente riconosciuto — sia pure con toni misurati — la gravità di quanto accade da mesi nella Striscia di Gaza. Un’ammissione importante, ma tardiva. Migliaia e migliaia di bambini uccisi, feriti, amputati, ospedali distrutti, scuole bombardate, campi profughi rasi al suolo, moschee e chiese colpite. Una catastrofe umanitaria sotto gli occhi del mondo, che solo adesso riceve una condanna da parte del governo italiano.
È un bene che Meloni abbia rotto il silenzio, ma è lecito chiedersi perché solo ora. A pesare, probabilmente, è stata la presa di posizione sempre più netta della Chiesa: le parole ferme di Papa Leone XIV e del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, che ha parlato di “crimine contro l’umanità” e di una tragedia “moralmente inaccettabile”. Dichiarazioni che hanno posto il Vaticano all’avanguardia della denuncia internazionale, lasciando Roma in un imbarazzante immobilismo.
Ora però non bastano più le dichiarazioni. Che cosa intende fare, concretamente, Giorgia Meloni? Continuerà a opporsi a ogni sanzione verso Israele, anche simbolica? Proseguirà la cooperazione militare e la vendita di armamenti? Ostacolerà ancora, come ha fatto finora, ogni revisione degli accordi tra l’Unione Europea e lo Stato israeliano?
Le parole giungono quando ormai è troppo tardi per farle apparire coraggiose, ma c’è ancora tempo per renderle credibili. Solo un cambiamento netto nelle politiche italiane — a cominciare dalla richiesta di un cessate il fuoco immediato, dal sostegno alle indagini internazionali sui crimini di guerra e dallo stop all’export militare — può ridare dignità e coerenza alla posizione del nostro Paese.
Altrimenti, questa tardiva condanna rimarrà l’ennesimo esercizio di retorica, buono per i titoli di agenzia ma vuoto di ogni efficacia. E l’Italia, ancora una volta, sarà dalla parte sbagliata della Storia.
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