Roma rimuove i manifesti xenofobi della Lega: i loro contenuti inaccettabili istigano all’odio
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Roma rimuove i manifesti xenofobi della Lega: i loro contenuti inaccettabili istigano all’odio

Il Campidoglio dice che il regolamento vieta esplicitamente l’esposizione di contenuti pubblicitari che promuovano stereotipi, incitino alla discriminazione o offendano i diritti civili e la dignità delle persone

Roma rimuove i manifesti xenofobi della Lega: i loro contenuti inaccettabili istigano all’odio
I manifesti xenofobi della Lega
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27 Luglio 2025 - 11.37


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Il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata di una serie di manifesti pubblicitari firmati Lega, accusati di veicolare messaggi razzisti e stereotipi sociali. Gli slogan – “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”, “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse”, “Blocchi una strada a chi lavora? Finisci in galera subito” – accompagnati da immagini generate con intelligenza artificiale, hanno suscitato indignazione in numerosi cittadini e innescato un aspro confronto tra l’amministrazione capitolina e il partito guidato da Matteo Salvini.

Secondo il Campidoglio, i manifesti non sono stati rimossi per motivi politici, ma perché in violazione del regolamento comunale sulla pubblicità. In particolare, si fa riferimento all’articolo 12-bis del Regolamento n. 141/2020, che vieta esplicitamente l’esposizione di contenuti pubblicitari che promuovano stereotipi, incitino alla discriminazione o offendano i diritti civili e la dignità delle persone. In questo caso, l’amministrazione ha ritenuto inaccettabile l’associazione visiva tra “scippo” e una donna presumibilmente rom, tra “occupazione abusiva” e un ragazzo nero, tra “blocchi stradali” e un giovane con i dreadlock.

“La rimozione è stata necessaria – fanno sapere dal Comune – per garantire il rispetto delle norme e contrastare contenuti che trasmettono messaggi discriminatori e lesivi della convivenza civile”. La scelta dell’amministrazione ha suscitato l’ira della Lega, che ha denunciato “censura ideologica” e parlato di “bavaglio comunista”, promettendo azioni legali e interrogazioni in Parlamento. Il segretario regionale del partito nel Lazio, Davide Bordoni, ha paventato perfino una richiesta di risarcimento danni.

Ma le accuse della Lega non hanno trovato sponde unanimi. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha attaccato frontalmente la campagna, annunciando un esposto in Procura e denunciando una strategia comunicativa “costruita su stereotipi etnici e sociali, con un chiaro intento di istigare l’odio, la paura e il disprezzo verso categorie marginalizzate”.

L’uso spregiudicato dell’intelligenza artificiale per creare immagini funzionali a una narrazione securitaria e punitiva, secondo molti osservatori, rappresenta un ulteriore elemento di allarme. Non solo per il messaggio veicolato, ma per il suo potenziale impatto in un clima politico già segnato da tensioni sociali e polarizzazione.

Il Comune di Roma ha ribadito che la Lega è libera di presentare ricorso, ma rivendica la legittimità dell’intervento: difendere lo spazio pubblico da una comunicazione che trasforma il disagio sociale in propaganda contro i più deboli è, oggi più che mai, un atto dovuto.

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