Salvini ricorda la strage di Bologna ma omette la parola 'fascista': ennesimo insulto alla memoria delle vittime
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Salvini ricorda la strage di Bologna ma omette la parola 'fascista': ennesimo insulto alla memoria delle vittime

Matteo Salvini ha voluto ricordare l’anniversario della strage del 2 agosto 1980 con parole politicamente ipocrite

Salvini ricorda la strage di Bologna ma omette la parola 'fascista': ennesimo insulto alla memoria delle vittime
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2 Agosto 2025 - 12.10


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Ci risiamo: la parola fascista è vietata e questo, di fatto, è un’offesa alla memorie delle vittime del fascismo. Matteo Salvini ha voluto ricordare l’anniversario della strage del 2 agosto 1980 con parole che, a una prima lettura, sembrano cariche di cordoglio istituzionale. “Quarantacinque anni fa, una bomba alla stazione di Bologna spezzò 85 vite e lasciò una ferita profonda nel cuore del Paese. Il più grave attentato terroristico della storia della nostra Repubblica. Ricordare è un dovere: mai più sangue innocente”, ha dichiarato il vicepremier.

Eppure, dietro la solennità della forma, colpisce l’assenza sostanziale: nessun accenno, nemmeno indiretto, alla matrice neofascista della strage. Un silenzio tutt’altro che neutro. Non è la prima volta che esponenti di governo — soprattutto della destra — scelgono di rimuovere o edulcorare le responsabilità storiche e giudiziarie dei terroristi neri, anche quando le sentenze parlano chiaro. In tutti e quattro i principali processi celebrati sulla strage di Bologna, la verità giudiziaria ha riconosciuto come mandanti, organizzatori o esecutori esponenti dell’estrema destra neofascista, in alcuni casi legati anche a strutture dello Stato.

Eppure la destra istituzionale, quando si tratta di fascismo, improvvisamente tace, diventa ambigua, sfuggente. Per calcolo politico, per non disturbare un certo elettorato, per ipocrisia. È una rimozione sistematica che offende la memoria delle vittime, la dignità della storia repubblicana e la ricerca di una verità non solo processuale, ma civile. Ricordare, come dice Salvini, è davvero un dovere. Ma ricordare a metà, censurando i colpevoli per convenienza politica, è solo un’altra forma di oblio.

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