Meloni accusa i magistrati di complotto per coprire la fuga del torturatore Almasri decisa dal suo governo

Per difendersi dalle accuse sul caso Almasri, Giorgia Meloni ricorre ancora una volta al vecchio schema del complotto giudiziario.

Meloni accusa i magistrati di complotto per coprire la fuga del torturatore Almasri decisa dal suo governo
Giorgia Meloni
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6 Agosto 2025 - 21.55


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Per difendersi dalle accuse sul caso Almasri, Giorgia Meloni ricorre ancora una volta al vecchio schema del complotto giudiziario. In un’intervista al Tg5, la presidente del Consiglio afferma: “Io vedo un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura”, riferendosi in particolare a sentenze e indagini che, secondo lei, “riguardano i temi dell’immigrazione, come se in qualche maniera si volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale”. Una linea retorica ormai consueta, che mira a spostare l’attenzione dalle responsabilità del governo nella scandalosa liberazione di un criminale già condannato per torture e abusi su minori.

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Meloni rivendica comunque il proprio operato: “I flussi di immigrati illegali in Italia sono diminuiti del 60% e lavoriamo per fare ancora meglio”, ma evita accuratamente di menzionare che la scarcerazione e la fuga di Almasri sono avvenute proprio grazie a decisioni prese dal suo esecutivo, in contrasto con ogni principio di giustizia e tutela delle vittime.

Sul caso Almasri, la premier torna a blindare i suoi ministri e a rilanciare l’attacco: “Ho detto quello che penso. Considero surreale la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano che hanno agito nel rispetto della legge per tutelare la sicurezza degli italiani. I miei ministri non governano a mia insaputa, io non sono Alice nel Paese delle Meraviglie, sono il capo del governo e non sono neanche, diciamocelo, un Conte qualsiasi che faceva finta di non sapere che cosa facesse il suo ministro degli Interni”. Parole che, lungi dal chiarire le gravi responsabilità dell’esecutivo, confermano piuttosto che la decisione di liberare Almasri è stata pienamente politica, consapevole e rivendicata.

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Meloni ammette poi che “la riforma della giustizia procede a passi spediti e ho messo in conto eventuali conseguenze”, lasciando intendere che le tensioni con la magistratura possano aumentare. Ma intanto evita di rispondere a una domanda cruciale: chi ha tutelato le vittime di Almasri?

Sul piano economico e commerciale, Meloni affronta il tema dei dazi: “La competenza è della Commissione europea che adesso sta trattando eventuali prodotti che potrebbero rientrare nelle esenzioni rispetto alle tariffe. Anche in questa trattativa l’Italia farà del suo meglio per tutelare i suoi interessi nazionali”, rivendicando il valore dell’export italiano e delle sue eccellenze, ma senza fornire dettagli su eventuali strategie condivise con Bruxelles o con le imprese colpite dalle nuove tariffe statunitensi.

Infine, un passaggio sulle politiche industriali e agricole: “Quello che dobbiamo fare noi, e che stiamo facendo, è soprattutto continuare ad aiutare le nostre imprese e i nostri produttori. Lo abbiamo fatto negli ultimi giorni – ricorda la premier – ad esempio mettendo un altro miliardo di euro sulle filiere agroalimentari e approvando un importante pacchetto di semplificazioni che era quello che le nostre aziende chiedevano. Quindi continuiamo soprattutto a stare a fianco dei nostri produttori”.

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Ma le promesse economiche non bastano a coprire lo scandalo politico e morale di un governo che ha permesso la fuga di un torturatore di bambini, tentando ora di deviare l’attenzione accusando genericamente la magistratura di cospirare contro di esso.

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