Il titolare di un paio di fallimentari passaggi televisivi nel Servizio Pubblico, Antonino Monteleone, in attesa di nuovi e costosi fallimenti in questa sofferente Rai – senza che Rai muova un dito e gli sbarri l’ingresso – si può permettere, impunemente, di usare i social per deridere, in morte, il giornalista di Al Jazeera eliminato dagli israeliani perché scomodo testimone di quel che Netanyahu ha ordinato di fare dei palestinesi sopravvissuti alle sue bombe e alla fame da lui imposta a uomini, donne e bambini.
Il tizio mette tra virgolette la parola “collega” riferita al giornalista ucciso per ordine di Netanyahu facendo passare la narrazione cara al Mossad che vorrebbe quel giornalista scomodo solo un terrorista. In questo non è solo. Altri hanno usato le loro bacheche social per fare questo lavoro sporco, magari solo per ingraziarsi qualcuno, non si sa mai oggi, domani un concorso, o meglio una nomina.
Ecco, almeno la Rai ponga una paratia a questa deriva: ha un codice etico che fissa delle regole sull’uso dei social. Sarebbe bene che la Rai se ne ricordasse e imponesse il rispetto delle regole; sarebbe l’ora che tirasse per le orecchie qualcuno facendogli passare il vizio di usare con leggerezza i social per secondi fini, per dare addosso ad un collega morto ammazzato, che nel suo testamento ha saputo indicare mandante ed esecutori. Poi ci sarebbero le complicità di fatto.