Puglia, come la sinistra rischia di perdere elezioni già vinte: fermatevi fino a quando siete in tempo

Decaro sembra una candidatura vincente, ma ecco che due ex governatori vogliono candidarsi, e parliamo di due grandi personalità come l'attuale governatore Emiliano e di Vendola, che fu il principale regista della primavera pugliese.

Puglia, come la sinistra rischia di perdere elezioni già vinte: fermatevi fino a quando siete in tempo
Vendola, Decaro e Emiliano
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15 Agosto 2025 - 20.20


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di Carlo Cotticelli

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Come si può rischiare di perdere una regione quando si è già vinto? Il Partito Democratico e i suoi alleati sono capaci anche di questo. In Puglia il lavoro svolto in questi 20 anni di governo di centro-sinistra è riconosciuto come valido dalla maggioranza degli elettori pugliesi che non vedono alternative a una coalizione che ha governato bene in questi anni, tra luci e ombre, ma che ha fatto crescere, comunque, la Puglia in qualità della vita, tanto da farla diventare una delle mete più ambite per il turismo e la cultura italiana, riconosciuta anche all’estero.

Ora si tratterebbe solo di calciare un rigore a porta vuota e dare una scossa al governo Meloni, ma il solito individualismo rende possibile arrivare al dischetto senza che nessuno tiri o calci fuori.

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Si è identificato l’ex sindaco di Bari ed europarlamentare Decaro come il candidato della coalizione e va bene, ma allora perché candidarlo un anno fa alle europee? Troppi sono i casi di eletti che dopo un anno o due lascino gli incarichi per fare altro: gli elettori vogliono vedere coerenza e rispetto degli impegni.

Tuttavia sembra una candidatura vincente, ma ecco che due ex governatori vogliono candidarsi, e parliamo di due grandi personalità come l’attuale governatore Emiliano e di Vendola, che fu il principale regista della primavera pugliese.

Decaro ritiene che siano due candidature troppo forti, che potrebbero condizionare la sua azione di governo che si pone in discontinuità con loro, come se il candidato governatore voglia prendere le distanze da un modello di governo che invece ha dato i suoi frutti. Perché?

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Qui si nasconde il male di una coalizione dove l’individualismo prende il posto della squadra: le due candidature sarebbero di arricchimento per lo stesso Decaro, ma a patto che i due restassero a fare i semplici consiglieri, magari anche presidenti di commissione, ma con il ruolo di padri nobili senza condizionare il ruolo del nuovo governatore.

Ma se non si mettono regole di comportamento politico autentico, il rischio è che diventi la solita conta di voti, anzi di preferenze, per condizionare il nuovo governo regionale.

Non è questa la strada per creare un’alternativa alla Meloni e alla destra: se si dovesse perdere una regione già vinta, poi qualcuno ne dovrà rispondere a tutti gli elettori, anche non pugliesi.

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