Narrano le cronache parlamentari, che l’ombra di un ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si sia fortemente stizzito, animosamente indignato, per l’accusa rivoltagli dalla senatrice del M5s Maiorino di comportarsi come un influencer prezzolato di Israele. Le agenzie e i giornali mainstream hanno dato ampio risalto alla indignata replica dell’ombra di un ministro: la mia onestà è specchiata, sono insinuazioni gravissime e via lacrimando. Vergogna vergogna, gridano dai banchi del centrodestra. Come osate mettere in discussione l’integrità morale del buon Tajani!
Della serie, buttarla in caciara, si direbbe nello slang romanesco, per non dar conto di un solare dato politico. Mettiamola così: quando l’aggettivo sovrasta il sostantivo.
Chi scrive non ha dubbi sull’onestà del titolare della Farnesina. Così come non ho dubbio alcuno sulla sua incapacità. Una incapacità di parte. Antonio Tajani è un non ministro degli Esteri. Nessuno se lo fila, a cominciare dalla sua presidente del Consiglio. Quello che riferisce lo si è già letto sui giornali. E quando prova a duellare dialetticamente, insomma invece di copiare, il compitino lo fa di suo, sfiora oggi le comiche.
L’opposizione chiede il riconoscimento dello Stato palestinese (cosa richiesta anche da una risoluzione, non coraggiosissima ma comunque..del Parlamento europeo e ribadita dal voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) e il non ministro come pensa di sfangarla? Mettendo in fila una serie di banalità, queste sì da influencer d’Israele, seppure non prezzolato: non si può riconoscere uno Stato che non c’è, arzigogola Tajani, per poi spingersi a dire che il riconoscimento, in questa fase, potrebbe essere controproducente. Controproducente per chi! E di quale fase ciancia Signor Ministro, quella in cui un criminale di guerra ha ordinato all’”esercito più morale del mondo” – quello che spara sui bambini e che fa il tiro sui disperati che fanno la fila per un pezzo di pane – di portare a compimento il genocidio a Gaza?!
Di fronte alla mattanza di bambini, ai documentati crimini di massa commessi da Israele nella Striscia, o in Cisgiordania, quante volte Lei ha sentito la necessità di un gesto che pure le competeva: convocare alla Farnesina l’Ambasciatore d’Israele per comunicargli le preoccupazioni e, non sia mai, le critiche del Governo italiano? Le rinfreschiamo la memoria: neanche una volta.
Per non parlare dei balbettii imbarazzati e imbarazzanti sulla sicurezza dei nostri connazionali imbarcati nelle barche della Global Sumud Flotilla (Ps.per essere chiari: i quattro coraggiosi parlamentari imbarcatisi nella Flotilla esigono, come chiedono, la stessa tutela, non di più, degli altri attivisti impegnati in questa straordinaria operazione di solidarietà).
Conclusione: Signor Ministro degli Esteri, Onorevole Tajiani, Lei non sarà un influencer prezzolato. Di cero, è un Ministro incapace. E di parte.
