La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando a New York, ha annunciato che l’Italia sarebbe disponibile a riconoscere la Palestina, ma solo a condizioni talmente restrittive da svuotare completamente di significato qualsiasi atto politico. Secondo le sue parole:
“La maggioranza presenterà in Aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina. Dobbiamo capire quali sono le priorità: io non sono contraria al riconoscimento della Palestina ma dobbiamo darci le priorità giuste. Spero che possa trovare anche il consenso dell’opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas e degli estremisti islamisti ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buonsenso”.
Si tratta di condizioni assurde: subordinare il riconoscimento a Hamas che cessi di governare e al rilascio degli ostaggi è praticamente impossibile, trasformando l’apertura di Meloni in una dichiarazione simbolica, priva di qualsiasi efficacia concreta.
Contemporaneamente, la premier tenta di scaricare tutte le responsabilità su Hamas, affermando che “è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca”. Con questo stratagemma, Meloni evita di citare Netanyahu e il governo israeliano, responsabili dei bombardamenti e delle violenze a Gaza, mostrando tutta la sua ipocrisia politica.
Hamas ha già smentito le accuse, ribadendo che il vero ostacolo a un cessate il fuoco è Netanyahu. Ma Meloni ignora questi fatti: l’ennesima capriola politica serve a salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica italiana, che sempre più rifiuta un appoggio incondizionato a Israele.
Il risultato è un discorso che cerca di conciliare due posizioni incompatibili: mantenere l’alleanza con Netanyahu e apparire attenta ai diritti palestinesi. Ma le condizioni proposte sono così irrealistiche da rendere il riconoscimento una farsa politica, incapace di produrre alcun cambiamento reale sul terreno.
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