Da credente sostengo il coraggio della Flotilla, ma temo che il sacrificio diventi martirio senza speranza
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Da credente sostengo il coraggio della Flotilla, ma temo che il sacrificio diventi martirio senza speranza

Davanti alla loro scelta di non cambiare rotta e di andare incontro a un probabile martirio, da cittadino libero sto e starò dalla parte della Flotilla.

Da credente sostengo il coraggio della Flotilla, ma temo che il sacrificio diventi martirio senza speranza
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26 Settembre 2025 - 18.04


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di Piero Ambrosi

In queste ore drammatiche, dopo l’appello di Mattarella che condivido pienamente — perché riconosce il valore civile e umanitario della missione, contrariamente alla Meloni, e intende preservare l’incolumità di vite umane — al quale dovrebbero rispondere positivamente i parlamentari e i cittadini italiani, mi sento interiormente devastato dal “no” della Flotilla.

Mi viene in mente Don Milani e il suo L’obbedienza non è più una virtù. Don Milani, in sostanza, afferma che è giusto opporsi alle leggi ingiuste, ma chi lo fa deve essere responsabilmente consapevole delle conseguenze cui va incontro.

Tradotto: sappiamo e sanno tutti che il blocco navale imposto da Israele per impedire l’accesso a Gaza è illegale. Sappiamo pure che quando si naviga fuori dalle acque internazionali ci si espone a ogni pericolo.

E allora, nonostante ritenga dal punto di vista politico già più che riuscita la missione della Flotilla (e dentro di me speri che passino il testimone a Pizzaballa), davanti alla loro scelta di non cambiare rotta e di andare incontro a un probabile martirio, da cittadino libero sto e starò dalla parte della Flotilla.

E da povero credente, m’inchino al loro valore e prego.

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