Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato a Roma, presso il Comando dei Carabinieri di San Pietro, la portavoce della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia, insieme alle attiviste italiane Simona Moscarelli e Giorgina Levi. Un incontro che il dicastero della Difesa ha presentato come un momento di confronto, durante il quale Crosetto ha ribadito “le sue preoccupazioni”, ma anche “l’importanza del dialogo” e la necessità di evitare azioni che possano mettere a rischio “in primis la vita degli attivisti italiani”.
Il ministro ha riconosciuto come obiettivo dichiarato della Flotilla quello di “aiutare il popolo di Gaza”, ma ha messo in guardia contro iniziative che – a suo dire – “non porterebbero a risultati concreti” e che rischierebbero invece di avere “effetti drammatici” con conseguenze “irrazionali”.
Parole che non hanno convinto Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha replicato duramente ricordando la realtà dei fatti: “Il ministro Tajani parla di pericolo legato alla Flotilla, ma la verità è che le navi umanitarie sono state attaccate in acque internazionali e non rappresentano una minaccia per nessuno. Il vero pericolo è l’assedio che affama 2 milioni di persone e che ha già ucciso oltre 65mila civili, tra cui 20mila bambini”.
Per Bonelli, il governo Meloni “invece di criminalizzare chi porta aiuti umanitari, dovrebbe condannare e sanzionare Israele, come ha fatto con la Russia, e pretendere l’apertura di corridoi permanenti per Gaza”. La linea progressista è chiara: la Flotilla non è un problema di sicurezza, ma un gesto di solidarietà civile, mentre l’embargo imposto da Israele costituisce una violazione permanente del diritto internazionale e un attacco quotidiano alla sopravvivenza dei palestinesi.
“In questo scenario – ha concluso Bonelli – noi stiamo dall’altra parte, quella del diritto internazionale e della vita”.