In un intervento a margine del vertice informale dell’Unione Europea, la premier Giorgia Meloni ha duramente criticato l’iniziativa della Global Sumud Flotilla, la spedizione umanitaria internazionale diretta verso Gaza per sfidare il blocco navale israeliano e consegnare aiuti alla popolazione palestinese. “È una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità e attendere mentre c’è un negoziato di pace è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese. Ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità…”, ha dichiarato Meloni, con un tono che ha scatenato immediate polemiche. La premier ha definito l’operazione “pericolosa” e ha invitato gli attivisti a fermarsi, sostenendo che rischierebbe di compromettere i fragili negoziati di pace avviati grazie all’intervento diplomatico degli Stati Uniti.
La Flotilla, che al momento si trova a circa 90 miglia da Gaza e ha già segnalato l’avvicinamento di imbarcazioni non identificate, è composta da una coalizione di ong e attivisti internazionali determinati a rompere l’assedio imposto da Israele sulle coste palestinesi. L’obiettivo dichiarato è portare cibo, medicinali e materiali per la ricostruzione in una striscia di Gaza devastata da quasi due anni di operazioni militari israeliane, che hanno causato, secondo rapporti delle Nazioni Unite, oltre 40.000 morti civili, la distruzione di infrastrutture essenziali e una crisi umanitaria senza precedenti. Il ministro israeliano degli Esteri ha replicato con un appello: “Non è tardi, vi preghiamo di consegnare gli aiuti”, mentre il governo spagnolo ha sconsigliato l’ingresso nella zona di esclusione marittima, avvertendo dei rischi per l’incolumità degli attivisti.
Le parole di Meloni, tuttavia, hanno acceso un vivace dibattito politico in Italia, con accuse di ipocrisia da parte dell’opposizione e di associazioni pro-palestinesi. Per oltre due anni, dal 7 ottobre 2023 – data dell’attacco di Hamas che ha innescato la risposta israeliana – il governo Meloni ha mantenuto una posizione di ferma solidarietà con Israele, senza mai condannare pubblicamente le azioni militari che le corti internazionali, inclusa la Corte Internazionale di Giustizia, hanno qualificato come potenziali atti di genocidio. Nessuna mozione parlamentare è stata promossa dal centrodestra per imporre sanzioni o cessare-fuoco immediati, né l’Italia ha aderito a iniziative europee per sospendere l’export di armi verso Tel Aviv, nonostante le stime di Amnesty International parlino di migliaia di bombe e munizioni fornite proprio dall’industria bellica italiana.
“Meloni critica chi porta aiuti a Gaza, ma ha lasciato che il massacro continuasse indisturbato per 24 mesi”, ha tuonato il leader del Pd Elly Schlein, definendo la dichiarazione della premier “un insulto alle vittime palestinesi”.
Critiche analoghe arrivano dalle ong umanitarie: “La Flotilla è l’unica risposta concreta a un silenzio assordante da parte di chi governa”, ha dichiarato un portavoce di Medici Senza Frontiere, ricordando come l’Italia, sotto Meloni, abbia bloccato o ritardato aiuti umanitari diretti a Gaza attraverso canali europei. Solo nelle ultime settimane, con l’intensificarsi delle pressioni interne e internazionali, il governo ha iniziato a modulare il tono, accennando a un “pieno accesso umanitario” nei comunicati congiunti con gli Usa, ma senza concrete azioni contro Israele.
La dichiarazione di Meloni arriva in un momento di tensione globale, con la Flotilla che è sul punto di entrare in acque palestinesi ma sotto illegittimo controllo militare israeliano entro poche ore.
Mentre Israele rafforza il blocco navale, la premier italiana sembra spostare l’attenzione dalle responsabilità storiche del suo governo al presunto “irresponsabile” attivismo della nave umanitaria. Un doppio standard che, per i critici, rivela una priorità chiara: la fedeltà all’alleato israeliano, a scapito delle vite palestinesi.
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