In una conferenza presso lo Spazio Esperienza Europa in Piazza Venezia, il deputato del Pd Arturo Scotto ha lanciato un’accusa durissima contro lo Stato di Israele, paragonando il trattamento riservato agli attivisti della Global Sumud Flotilla alle violenze poliziesche del G8 di Genova del 2001 a Bolzaneto.
“La polizia israeliana è Ben Gvir, è una deriva cilena. Ciò che è successo in questi giorni ricorda tempi vecchi, ricorda il 2001 e Bolzaneto”, ha dichiarato Scotto, fresco di espulsione dopo 48 ore di detenzione nel Negev, rispondendo a domande su quanto accaduto dopo l’abbordaggio delle navi umanitarie in acque internazionali.
Quelle parole, pronunciate con la voce ancora segnata dalla stanchezza di due notti insonni e da perquisizioni umilianti, non sono solo un paragone storico: sono un monito contro un regime che, sotto la guida di Itamar Ben Gvir – ministro della Sicurezza nazionale e figura notoriamente legata a gruppi estremisti e razzisti – ha trasformato le forze di polizia in uno strumento di repressione brutale, degno dei regimi dittatoriali del passato.
Ben Gvir, con il suo passato di condanne per incitamento al razzismo e sostegno a organizzazioni terroristiche ebraiche, non è un’anomalia nel governo Netanyahu: è il simbolo di un Israele che ha abbracciato una deriva autoritaria, dove il diritto internazionale viene calpestato e gli attivisti per i diritti umani vengono trattati come terroristi.
La conferenza stampa di oggi, organizzata insieme ai parlamentari Annalisa Corrado (eurodeputata Pd), Marco Croatti (senatore M5S) e Benedetta Scuderi (eurodeputata Avs), è stata l’occasione per Scotto di ricostruire integralmente gli eventi degli ultimi giorni, limitandosi rigorosamente a quanto vissuto in prima persona e denunciato pubblicamente.
“L’abbordaggio è avvenuto due sere fa in acque internazionali, a 35 miglia da Gaza. Non è stata un’intercettazione legittima, ma un atto di pirateria secondo il codice del mare e la Convenzione di Ginevra”, ha spiegato Scotto, descrivendo come i soldati israeliani abbiano sequestrato la barca Karma, messo sotto coperta l’equipaggio e condotto la nave al porto di Ashdod.
“48 ore senza sonno, perquisiti, rinchiusi. Siamo stati trattati con abusi fisici e verbali, inginocchiati e ammanettati per aver cantato ‘Free Palestine’. Siamo stati portati nel carcere di Ketziot, il più duro, costruito per i capi di Hamas, come se fossimo criminali di guerra”.
Scotto ha riservato parole di fuoco per Ben Gvir, che ha orchestrato uno “show propagandistico osceno” davanti agli arrestati: “Ha definito ‘terroristi’ centinaia di pacifisti disarmati, inclusi parlamentari italiani ed europei, e ha augurato loro mesi di carcere. Questo criminale di guerra, con la sua campagna di odio, ha insultato non solo i diritti umani, ma anche l’Italia, schiaffeggiando la nostra sovranità”.
Il deputato Pd ha collegato questo episodio alla “deriva cilena” evocata nel paragone iniziale, richiamando le torture sistematiche sotto Pinochet, dove la polizia statale agiva con impunità contro dissidenti.
E Bolzaneto? Quel campo di detenzione improvvisato durante il G8 genovese, dove manifestanti pacifici subirono pestaggi, umiliazioni e violenze sessiste, rappresenta per Scotto lo specchio di quanto sta accadendo oggi in Israele: una polizia politicizzata, al servizio di un’ideologia estremista, che reprime la solidarietà umana con Gaza sotto il pretesto della sicurezza.
Non si tratta di un caso isolato. Lo stesso Scotto, ospite ieri sera a Otto e mezzo su La7, aveva già anticipato elementi di queste denunce: “Il governo italiano ha sbagliato a criminalizzare la Flotilla. Stavamo agendo nella legalità internazionale, portando aiuti umanitari a un popolo sotto assedio. L’intercettazione è stata pirateria, e la detenzione un abuso”.
Oggi, ha esteso il j’accuse al silenzio complice del governo Meloni: “L’attacco della premier è senza precedenti contro parlamentari. Non può intimare alcunché. E mentre Crosetto ha garantito interlocuzione, il silenzio sull’atto di pirateria israeliano è assordante”.
Queste dichiarazioni integrali di Scotto, pronunciate oggi 4 ottobre 2025 durante la conferenza stampa annunciata ieri dal Comitato Italiano della Global Sumud Flotilla, non lasciano spazio a interpretazioni: Israele, con Ben Gvir al timone della polizia, sta scivolando verso un modello di repressione fascistoide, dove navi cariche di aiuti – “quantità irrisorie” secondo il ministero israeliano, ma vitali per Gaza – vengono sequestrate e gli attivisti confinati in carceri remote per “dare una lezione”.
Mentre pescatori palestinesi approfittano del blocco della marina per tornare in mare – come mostrato in un video virale del 3 ottobre – il mondo assiste impotente a un assedio che Scotto definisce “genocidio”, con sei attivisti israeliani arrestati proprio per aver manifestato solidarietà.
La Flotilla non è arrivata a Gaza, ma ha smascherato la vera natura di un regime che, anziché affrontare la crisi umanitaria, preferisce la violenza spettacolare. Scotto conclude con un appello: “Rimpatrio immediato per tutti, tutele per gli attivisti, e giustizia per Ben Gvir”.
In un’Italia che deve scegliere da che parte stare, queste parole oggi rompono il velo di ipocrisia su un Israele sempre più isolato, dove la “sicurezza” è solo un pretesto per l’oppressione.