Salvini, Meloni, Tajani: l'inverecondia di intestarsi la pace di Gaza dopo aver chiuso gli occhi sul genocidio
Top

Salvini, Meloni, Tajani: l'inverecondia di intestarsi la pace di Gaza dopo aver chiuso gli occhi sul genocidio

l “trio Lescano” (ci perdonino le buonanime che hanno fatto la storia dei Festival di Sanremo) che si è esibito nel comizio finale della campagna elettorale in Toscana, ha dato il meglio

Salvini, Meloni, Tajani: l'inverecondia di intestarsi la pace di Gaza dopo aver chiuso gli occhi sul genocidio
Tajani, Meloni e Salvini
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

11 Ottobre 2025 - 13.30


ATF

Della serie cosa non si fa per raccattare un voto. Si arriva a falsificare la storia, a ribaltare i ruoli, a rivendicare meriti che non si hanno, a proclamare corbellerie che se non fossimo alle prese con una tragedia immane come quella di Gaza, sarebbero da rubricare in oggi le comiche. Ma se a spararle grosse sono in tre, la storia si fa ancor più grave. E lo diventa ancora di più del trio in questione è rappresentato dalla presidente del Consiglio e dai due vicepresidenti. 

Il “trio Lescano” (ci perdonino le buonanime che hanno fatto la storia dei Festival di Sanremo) che si è esibito nel comizio finale della campagna elettorale in Toscana, ha dato il meglio (sic) di sé quando si è cimentato su Gaza, il cessate il fuoco (questo è, non chiamatela pace), i meriti internazionali (quali???). I tre hanno superato ogni dead line del ridicolo, dell’inverecondia. Non c’è che scegliere. Ecco Salvini ringraziare Netanyahu, un criminale di guerra alla guida di un governo di fascisti, sterminatore di oltre 67mila palestinesi, tra i quali ventimila bambini, ringraziare, si ringraziare, il suddetto criminale per avere fatto la pace.

Leggi anche:  Perché è necessario chiedere le dimissioni di Antonio Tajani

E che dire della Giorgia de noantri, che in un delirio di onnipotenza ha rivendicato il ruolo, che solo lei ha visto, del suo Governo nel favorire la tregua. Noi, ha scandito dalla piazza toscana trasformata nel patrio-fascio balcone di Piazza Venezia, noi abbiamo lavorato per lo storico accordo, non quelli del Pd più estremisti di Hamas, non la moltitudine di esagitati pro-Pal che hanno bloccato le città, per non parlare dei navigatori della Flotilla in barca a vela nel mare a provocare l’”esercito più morale al mondo”. Ora la stampa mainstream, ossequiosa delle veline di Palazzo Chigi, esalta la presenza di Meloni lunedì a Sharm el-Sheikh per la firma dell’accordo. I corifei sono già in scena: ecco, vedete l’Italia è al tavolo dei vincitori. Sì, come servitrice del tycoon. Ai fedelissimi uno strapuntino non lo si nega. Ci ricorda tanto il mitico ragion Fantozzi ai piedi del megadirettoregalattico: quanto è buono Lei…

Direte: l’oscar dell’improntitudine se lo contendono ‘sti due: Giorgia e Matteo. Sbagliato. Perché sul palco si appalesa lui, l’incredibile Antonio, al secolo Antonio Tajani, che la targhetta sul suo ufficio alla Farnesina dice essere ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Eccolo prendere il microfono. E tirare fuori il ruggito del coniglio. Grida Antonio: Noi abbiamo portato la pace nella Palestina.

Leggi anche:  Cosa abbiamo fatto di male per meritarci un ministro degli Esteri come Antonio Tajani?

‘Noio ‘avrebbe detto il grande Totò. 

Qui si dovrebbe aprire un sondaggio tra le lettrici e i lettori di Globalist. La domanda è la seguente: Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepresidente del Consiglio, leader (parola grossa) di Forza Italia, c’è o ci fa? La votazione è aperta.

Noi abbiamo portato la pace in Palestina…

Qui l’ironia lascia il passo all’incazzatura, scusate il francesismo. Ora lasciamo perdere i più recenti, imbarazzanti trascorsi: Tajani che a Porta a Porta, riuscendo a spiazzare perfino Bruno Vespa, si lascia andare a “il diritto è importante ma non è tutto”, o roba simile. Per non parlare della gaffe dell’immagine di un ragazzino palestinese che tra le macerie di Gaza sventola una bandiera italiana: ecco, vedete, posta a commento l’ineffabile gaffeur, ci riconoscono, ci apprezzano. Sì, apprezzano gli italiani della Flotilla che cercavano di portare aiuti a una popolazione ridotta alla fame, sostenuti dai milioni di persone scese in piazza per la Palestina. Quel ragazzino dell’esistenza in vita del ministro Tajani non aveva contezza e, in verità, non si è perso niente. 

Leggi anche:  Perché è necessario chiedere le dimissioni di Antonio Tajani

Noi che, Signor Ministro? Voi avete portato in Palestine le armi usate da Israele per il genocidio a Gaza. Voi non avete avuto neanche la creanza, di fronte ai crimini orrendi commessi da Israele a Gaza, e in Cisgiordania, di bloccare il Memorandum di cooperazione, non solo militare, con i carnefici di Tel Aviv. Voi, che avete “condizionato” (per evitare di far arrabbiare Netanyahu e Trump) qualcosa che sarebbe dovuto accadere già da tempo: il riconoscimento dello Stato palestinese.

Un tempo andava molto uno slogan: una risata vi seppellirà. Iniziamo a farlo. Se lo meritano tutto. 

Native

Articoli correlati