Il silenzio del governo italiano sul genocidio palestinese e la complicità con Israele svelata dalla Flottilla
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Il silenzio del governo italiano sul genocidio palestinese e la complicità con Israele svelata dalla Flottilla

Il culmine del cinismo politico e della strumentalizzazione mediatica della tragedia palestinese è stata la recente dichiarazione di Giorgia Meloni che ha paragonato l’estremismo della “sinistra italiana” a quello di Hamas. 

Il silenzio del governo italiano sul genocidio palestinese e la complicità con Israele svelata dalla Flottilla
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Giovanna Musilli Modifica articolo

13 Ottobre 2025 - 15.28


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“Non si è fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo nel nostro Paese” ha dichiarato ieri la ministra della famiglia e delle pari opportunità Eugenia Roccella al convegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Insomma, la questione all’ordine del giorno, secondo Roccella, non è il balbettio del governo italiano di fronte al genocidio palestinese, né l’alleanza indissolubile che da due anni sembra tenere legate Italia e Israele: è piuttosto l’antisemitismo. 

Intanto, nel mondo reale, Israele arresta illegalmente cittadini italiani disarmati e impegnati in un’operazione umanitaria come la Flottilla, violandone i diritti umani e civili, con maltrattamenti fisici e psicologici. Per di più occultando le prove, dal momento che a tutti i prigionieri sono stati sequestrati i cellulari, e agli operatori umanitari (come ai giornalisti) che testimoniano ciò che vedono, viene interdetto l’ingresso a Gaza. 

“Ci hanno tolto il reggiseno, hanno aperto i nostri bagagli, ci hanno tolto farmaci e assorbenti”, ha dichiarato la giornalista Emanuela Pala, attivista della Flottilla e vittima delle violenze perpetrate dall’IDF.

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In questo contesto, il ringraziamento che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha gentilmente elargito al governo israeliano per non aver trucidato i nostri concittadini, può essere inquadrato in un contesto ancora più oscuro. Evidentemente il governo italiano sa bene che l’“amico Israele” è uno stato che ha consuetudine con la violazione dei diritti umani, con l’abuso di potere, con le violenze indiscriminate non solo nei confronti dei Palestinesi, ma anche verso cittadini appartenenti ad altri stati sovrani, compreso gli alleati occidentali. 

D’altronde, la surreale affermazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani sul diritto internazionale “valido fino a un certo punto”, va in questa direzione.

Inoltre, mentre Meloni&co si sono spesi per far tornare in patria a scontare la pena residua l’omicida Chico Forti detenuto negli Stati Uniti e trionfalmente accolto in Italia dalla presidente del consiglio in persona, agli operatori umanitari della Flottilla sono state riservate solo parole di sdegno e disprezzo. E il governo si è perfino rifiutato di pagare loro l’aereo di Stato per tornare in Italia.

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Il culmine del cinismo politico e della strumentalizzazione mediatica della tragedia palestinese è stata la recente dichiarazione di Giorgia Meloni che – in un comizio elettorale in Toscana – ha paragonato l’estremismo della “sinistra italiana” a quello di Hamas. 

Atteggiamenti così scomposti, motivati soltanto dalla supposta appartenenza politica degli attivisti e dei movimenti pro-Pal a una non meglio identificata “sinistra radicale” – cioè dalla propaganda ad uso e consumo dell’elettorato destrorso – collimano perfettamente con l’indirizzo politico che il governo sta perseguendo (sottotraccia ma assai convintamente) dall’inizio del genocidio. Ossia la scelta di restare accanto a Netanyahu, a qualsiasi costo.  

Conviene allora ringraziare la Flottilla e le mobilitazioni di massa di queste ultime settimane, per aver avuto il merito di far emergere la malcelata collusione del governo italiano con l’amico Bibi, davanti a un’opinione pubblica che lo sterminio palestinese, forse, sta finalmente svegliando. 

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