Al congresso del Partito socialista europeo, Elly Schlein ha pronunciato un duro atto d’accusa contro il governo italiano. “In Italia c’è un’estrema destra al governo che sta tagliando la spesa pubblica, la sanità, la scuola, sta bloccando le nostre proposte di salario minimo.
Stanno producendo solo propaganda, odio e polarizzazione”, ha detto la segretaria del Pd, aggiungendo: “La settimana scorsa Meloni a Firenze ha detto che l’opposizione è peggio di Hamas. Voglio solidarizzare con Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato terribile: la libertà e la democrazia sono a rischio quando l’estrema destra è al governo”.
Parole che hanno immediatamente provocato la reazione di Giorgia Meloni, che ha replicato con toni durissimi: “Siamo al puro delirio. Vergogna, Elly Schlein, diffondi falsità”.
Al di là dello scontro politico, la denuncia di Schlein coglie un nodo reale: i rischi per la democrazia quando la destra radicale arriva al potere. L’esperienza internazionale lo dimostra. Negli Stati Uniti, Donald Trump – alleato e punto di riferimento politico della destra sovranista europea – ha tentato di rovesciare il risultato elettorale del 2020 e oggi promette una “resa dei conti” contro giudici, giornalisti e oppositori, in un progetto che molti analisti americani definiscono come la costruzione di uno stato di polizia.
In Ungheria, Viktor Orbán – amico e modello politico del governo Meloni – ha progressivamente svuotato la democrazia liberale con leggi liberticide, controllo sui media e limitazioni alla libertà accademica e giudiziaria. In Brasile, Jair Bolsonaro, altro esponente di quella galassia internazionale di estrema destra, ha incitato i suoi sostenitori all’assalto delle istituzioni nel gennaio 2023, in un tentativo di colpo di stato che ha ricordato da vicino quello del Campidoglio.
I fatti, più delle parole, mostrano che dove governa la destra radicale il rischio di una deriva autoritaria è concreto. Le accuse di Schlein non sono dunque un eccesso polemico, ma un richiamo politico e morale: la difesa della libertà e della democrazia passa anche dal riconoscere i pericoli di chi, dietro il linguaggio della “sovranità” e dell’“identità”, lavora per erodere le istituzioni democratiche dall’interno.
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