Sergio Flamigni, il comandante partigiano e parlamentare del Pci compie 100 anni: grazie per il tuo impegno
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Sergio Flamigni, il comandante partigiano e parlamentare del Pci compie 100 anni: grazie per il tuo impegno

Ho conosciuto Sergio Flamigni quando ero giovane giornalista d’inchiesta de l’Unità. Da subito è diventato per me un punto di riferimento, un esempio di rigore morale

Sergio Flamigni, il comandante partigiano e parlamentare del Pci compie 100 anni: grazie per il tuo impegno
Sergio Flamigni
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Gianni Cipriani Modifica articolo

21 Ottobre 2025 - 14.44


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Ho conosciuto Sergio Flamigni quando ero giovane giornalista d’inchiesta de l’Unità. Da subito è diventato per me un punto di riferimento, un esempio di rigore morale, di passione civile e di tenacia nella ricerca della verità. Con lui si è creato un rapporto speciale: ho condiviso iniziative, presentazioni di libri, conferenze: momenti che oggi, a distanza di anni, sento come un privilegio raro.

Militante nella Gioventù comunista fin dal 1941, Flamigni entrò nel Partito comunista nel 1943. Dopo l’8 settembre partecipò alla Guerra di Liberazione, organizzando il Fronte della Gioventù in provincia di Forlì e assumendo il ruolo di commissario politico della 29ª Brigata Garibaldi GAP “Gastone Sozzi”. È in quegli anni che formò la sua tempra: antifascista, rigoroso, convinto che la libertà si difenda con l’impegno quotidiano, non con vuote parole e cattivi esempi.

Quante volte mi ha raccontato della Liberazione di Forlì e delle azioni partigiane nelle quali rischiò la vita per riscattare l’Italia dall’ignominia nazi-fascista…

Dopo la Liberazione fu eletto, nel 1952, segretario della Camera del Lavoro di Forlì e, nel 1956, segretario della Federazione provinciale comunista. Nel 1960 viene eletto segretario regionale del Pci per l’Emilia-Romagna, e dal 1968 al 1987 siede in Parlamento, distinguendosi come deputato e poi senatore comunista. Fa parte delle più delicate Commissioni d’inchiesta della Repubblica: quella sul caso Moro, sulla Loggia P2 e sull’Antimafia.

Flamigni è stato tra i più grandi studiosi del terrorismo italiano, delle trame oscure che hanno attraversato la nostra storia repubblicana. All’inizio molti hanno tentato di delegittimarlo — e tra i primi c’era Cossiga che esternò più volte e anche volgarmente contro di lui — ma il tempo, i documenti e le nuove inchieste gli hanno dato ragione. Il suo metodo, fondato su un’analisi puntuale e documentata, ha aperto la strada a generazioni di ricercatori e giornalisti.

Oggi, a parte una piccola pattuglia di detrattori o revisionisti della domenica, nessuno mette più in discussione le intuizioni di Sergio Flamigni.

Da combattente partigiano a militante comunista, Flamigni ha sempre combattuto per la libertà, la verità e la democrazia. Ora, a cent’anni ((è nato a Forlì il 22 ottobre 1925) il suo impegno continua attraverso l’archivio che porta il suo nome: un patrimonio straordinario dove studiosi e ricercatori stanno riversando documenti sul terrorismo, sulla P2 e sulla strategia della tensione. Un archivio che non è solo un deposito di carte, ma un dono di memoria alle nuove generazioni.

Sergio Flamigni ha dedicato la sua vita a un Paese più consapevole e più giusto. Oggi, nel giorno dei suoi cent’anni, gli dico grazie di cuore. Per la sua coerenza, per la sua onestà intellettuale, e per averci insegnato che la verità, anche quando fa paura, è sempre un atto di libertà.

E gli dico grazie perché essergli stato vicino: averlo avuto come ‘guida’ mi ha fatto diventare migliore di quello che sarei stato. Almeno così mi piace pensare.

Auguri per i tuoi 100 anni Sergio. Auguri compagno Flamigni, volto garbato e gentile della Resistenza e dell’impegno per una società nella quale la democrazia è tale solo se riesce a camminare insieme alla giustizia sociale.

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