Il santuario del cielo notturno
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Il santuario del cielo notturno

Si tratta del primo International Dark Sky Sanctuary al mondo: contro il crescente fenomeno dell'inquinamento luminoso.

Il santuario del cielo notturno
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17 Agosto 2015 - 13.57


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di Davide Coero Borga

Pochi luoghi al mondo possono offrire una vista del cielo notturno come le Ande cilene. Ma persino qui il crescente inquinamento luminoso potrebbe rovinarvi la vista, specie quando non si fa nulla per proteggersi dall’espansione delle vicine città.

Ecco però una buona notizia: in occasione del meeting dell’Unione Astronomica Internazionale, la International Dark-Sky Association ha annunciato che l’osservatorio della Association of Universities for Research in Astronomy (AURA), situato nel Cile settentrionale, è stato riconosciuto come primo International Dark Sky Sanctuary del mondo, un luogo dove l’oscurità del cielo è inviolabile.

«Intitolato all’acclamata poetessa cilena Gabriel Mistral, il santuario del cielo è un esempio di come la collaborazione fra stakeholder governativi e non possa preservare uno dei posti più belli del pianeta», spiega Scott Feierabend, direttore esecutivo dell’International Dark Association.

La designazione di una nuova categoria giuridica, a tutela di un luogo così particolare come l’osservatorio astronomico, colma evidentemente la necessità di salvare una piccola fetta di cielo dal crescente inquinamento luminoso, difendendo un territorio dove sembra non sia mai stata inventata l’energia elettrica.

Il cielo notturno diventa dunque una risorsa naturale da tutelare e preservare per le generazioni future. Il sito cileno si estende per una superficie di 35.000 ettari e ospita quattro strutture di ricerca: il Cerro Tololo Inter-American Observatory, il telescopio Gemini-South, il Southern Astrophysical Research telescope e il Large Synoptic Survey Telescope (LSST), attualmente ancora in costruzione. Qui, nel corso degli ultimi cinquant’anni, sono stati investiti oltre un miliardo di dollari in telescopi e strumenti avanzati. È giusto che ci siano forti interessi a tutela delle condizioni ambientali in cui si studia il cielo stellato.

E questo è solo l’inizio: «Se i nostri sforzi intorno a questo osservatorio avranno successo, avremo uno strumento in più per proteggere i cieli scuri del Cile», spiega Chris Smith, direttore di AURA. Anche perché il cielo protetto piace a un certo tipo di turisti astrofili, sempre a caccia di una buia finestra sul cielo.

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