Coronavirus, oltre 1.000 casi in Italia; Esclusi per ora altri focolai

Dal mondo si moltiplicano le raccomandazioni di non effettuare viaggi in Italia se non necessari. Hong Kong e gli Stati Uniti, gli ultimi a elevare l'allerta nei confronti del nostro Paese

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29 Febbraio 2020 - 09.09


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La Protezione civile ha dato i dati aggiornati sul numero dei casi italiani del Coronavirus: sono in tutto 1.049, con 160 in più rispetto a ieri. I morti finora sono 29, solo otto in questo sabato. Sono tutte persone anziane e quasi tutte con malattie pregresse e precarie condizioni di salute. 
Guariti in 50
Sono 50 le persone che sono guarite dal Covid-19. In totale in tutto il territorio sono stati effettuati 18.500 tamponi. Stando a questi dati, il virus ha contagiato poco più del 6% del totale degli analizzati. 
Di tutte le persone contagiate, poco più della metà si trova in isolamento volontario in casa, e non presenta sintomi. Sono circa 400 invece i sintomatici, e 105 in terapia intensiva. La buona notizia è che non sembrano esserci altri focolai del virus a parte quelli del lodigiano e di Vo’, in Veneto. I casi accertati di contagio in Lombardia sono 552, in Emilia-Romagna 213 e in Veneto 189.
Scuole chiuse 
Scuole chiuse per un altra settimana, mentre aumentano i contagi (siamo a 822, compresi i 21 morti e i guariti). Si sperava che si andasse ad una attenuazione delle misure ma sembra proprio che non sarà così: ad una settimana dall’esplosione del coronavirus in Italia i contagi sono saliti el 40% in più in un solo giorno.
Confermati casi nel Lazio
“Ad oggi i primi test effettuati risultano positivi per il marito della donna e uno dei due figli”. Lo comunica il bollettino medico dell’istituto Spallanzani relativamente a due dei componenti della famiglia della donna, residente a Fiumicino, risultata positiva ieri al Coronavirus. “Il test della donna è stato confermato anche dall’istituto superiore di sanità”.”Hanno lievi sintomi anche il marito e un figlio della donna risultata positiva”.
L’allarme dell’Oms
L’Oms parla di un “livello della minaccia mondiale molto alto”. La Lombardia chiede restrizioni per un’altra settimana, attesa la decisione del governo.
La Lombardia resta la regione più colpita, con 531 pazienti positivi, di cui 235 ricoverati e 85 in terapia intensiva. Una situazione complessa, come dimostra l’emergenza nell’ospedale di Lodi, dove sono stati ricoverati 51 pazienti gravi, tutti provenienti dalla zona rossa. “Non è il momento di abbassare la guardia o pensare di aver chiuso il problema”, spiega il professore Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Una buona notizia arriva dallo Spallanzani di Roma, dove Niccolò, lo studente 17enne rientrato da Wuhan, ha terminato la quarantena. Il giovane sta bene e potrà finalmente lasciare l’ospedale per riabbracciare la sua famiglia. 
Nella zona rossa intorno a Codogno e in quella padovana di Vo’ Euganeo da lunedì riaprono gli uffici postali.
La crisi economica
L’emergenza è sempre più evidente anche a livello economico: secondo il Ref ricerche ci sarà una diminuizione del Pil italiano compresa -1% e -3% nel primo e secondo trimestre 2020. La stima considera l’impatto diretto nelle regioni italiane, con effetti immediati e di più lunga durata, a seconda del settore considerato. Lombardia e Veneto, le due regioni più interessate dal fenomeno, spiega il Ref, contano per il 31% del pil italiano. Aritmeticamente, una contrazione del 10% del pil in queste due regioni vale una diminuzione del 3% di quello dell’intero Paese. Per far ripartire il Paese, come dice il ministro dell’Economia Gualtieri, bisogna seguire una “linea di equilibrio”: dunque “modulando in modo più preciso” le misure restrittive in atto.
Va in questo senso il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che sarà adottato nelle prossime ore: un provvedimento contenente le linee generali alle quali  tutte le Regioni dovranno conformarsi. Lo ha spiegato il commissario Borrelli. “Stiamo lavorando ad un Dpcm che andrà a ridisegnare le misure nei territori e sarà un provvedimento generalizzato per tutte le Regioni. Puntiamo ad un comportamento uniforme e concordato che sia coerente con l’andamento della malattia”. 
Gli italiani fanno paura
Intanto dal mondo si moltiplicano le raccomandazioni ai turisti di non effettuare viaggi in Italia se non strettamente necessari. Hong Kong e gli Stati Uniti, gli ultimi in ordine di tempo a elevare l’allerta nei confronti del nostro Paese. La minaccia per l’epidemia al livello mondiale è stata elevata dall’Oms a livello “molto alto”. “Il continuo aumento nel numero dei casi e del numero dei Paesi affetti negli ultimi giorni – ha detto il direttore generale dell’Oms nel briefing sull’epidemia – è motivo di preoccupazione”.
I decreti
Nel decreto ‘zona rossa’ varato da Conte ci sarebbe anche la sospensione dei versamenti fiscali per il settore alberghiero in tutta Italia e per tutti i cittadini della zona rossa. 

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